Il processo a carico degli otto ex allievi piloti dell’Aeronautica militare ha riportato all’attenzione pubblica il delicato tema del nonnismo e dei riti di iniziazione nelle forze armate. Al centro della vicenda c’è il “battesimo del volo” subito da Giulia Schiff nel 2018 all’aeroporto militare Enrico Comani di Latina, un rito tradizionale che prevedeva, secondo l’accusa, colpi con fuscelli, spinte contro l’ala di un aereo e il lancio in piscina.
Oggi la sentenza finale sul caso: ecco la decisione dei giudici.
Giulia Schiff, alias “Kida”, e la nuova vita in Ucraina
Giulia Schiff, conosciuta con il nome di battaglia “Kida”, ha avviato una nuova fase della sua vita in Ucraina. L’ex combattente italiana si è sposata e ha creato un’organizzazione dedicata a sostenere i commilitoni rimasti al fronte nel conflitto con la Russia. L’ex pilota dell’Aeronautica militare, che aveva preso parte alle operazioni militari accanto alle truppe ucraine per riconquistare i territori occupati dai russi, ha deciso di lasciare la guerra per dedicarsi a un impegno umanitario a supporto delle milizie locali insieme al marito, anch’egli ex soldato.
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Giulia Schiff, assolti tutti gli 8 imputati accusati di nonnismo: la sua reazione in aula
La vicenda risale al 2018, quando Giulia Schiff, allora 19enne, partecipò al tradizionale “battesimo del volo” presso l’aeroporto militare Enrico Comani di Latina. Secondo l’accusa, durante il rito, la giovane sarebbe stata colpita ripetutamente con fuscelli, spinta contro l’ala di un aereo e infine gettata in piscina, comportamenti interpretati come violenti. Tuttavia, il giudice ha ritenuto tali pratiche consuetudinarie e prive di dolo, derubricando le lesioni in percosse e confermando che il rito non configurava reato.
L’episodio ha riacceso il dibattito sul fenomeno del nonnismo nelle forze armate e sulle modalità di tutela dei più giovani, soprattutto delle donne, in contesti tradizionalmente dominati da dinamiche maschili. Dopo il processo, l’Aeronautica ha modificato le celebrazioni del “battesimo del volo” per evitare pratiche potenzialmente pericolose o percepite come coercitive.
Il tribunale di Latina ha assolto con formula piena gli otto ex allievi piloti dell’Aeronautica militare accusati di violenza privata e lesioni nei confronti della collega Giulia Schiff, stabilendo che “il fatto non sussiste”. Il giudice monocratico Mario La Rosa ha riqualificato i reati contestati, riducendo le lesioni a percosse, che però non erano più perseguibili a causa della tardività della querela. La decisione contrasta con la richiesta del pubblico ministero Antonio Sgarrella, che aveva sollecitato condanne a un anno di reclusione per ciascun imputato.
L’assoluzione è stata accolta con gioia dagli imputati e dai loro familiari, mentre la giovane, presente in aula con il figlio neonato, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
Il legale di Schiff ha sottolineato che “le sentenze si rispettano, aspettiamo le motivazioni”, mentre l’avvocato dello Stato Maurizio Greco ha dichiarato che si tratta di “una sentenza che riabilita l’Aeronautica in toto”. La difesa ha evidenziato come il giudice abbia valutato attentamente l’istruttoria senza farsi condizionare dalle accuse iniziali, osservando che “i ragazzi sono sempre stati sereni rispetto a quello che era successo” e confermando il sostegno costante dell’Aeronautica verso gli imputati.