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Guerra in Medio Oriente, il conflitto arriva in Siria: raid su Hezbollah e milizie filoiraniane

Guerra Israele Hamas perché si allarga in Siria

Perché la guerra tra Israele e Hamas si allarga anche in Siria? In che modo il Paese è coinvolgo nel conflitto che sta scuotendo il Medio Oriente?

La guerra tra Israele e Hamas si allarga anche in Siria: perché il conflitto ha raggiunto anche il Paese e per quale motivo si stanno moltiplicando raid su obiettivi di Hezbollah e milizie filoiraniane?

Guerra Israele Hamas, perché il conflitto si allarga in Siria?

Da oltre 12 anni, la Siria è scenario di conflitti armati. Il Paese, ora, deve fare i conti anche con l’espansione della guerra in Medio Oriente che ha raggiunto anche i suoi confini nazionali. Alcune aree dello Stato, infatti, si sono trasformate in bacini in cui si concentrano tensioni provenienti da altri teatri più remoti come lo Yemen. Ad aggiungere un ulteriore carico, nelle ultime ore, è stato l’inasprimento degli attacchi da parte delle milizie filoiraniane contro le basi militari americane che si trovano in Siria e in Iraq che ha provocato l’acuirsi di raid aerei israeliani contro obiettivi filoiraniani in territorio siriano.

Commentando l’escalation degli attacchi in Siria, sia Israele che gli Stati Uniti hanno dichiarato di aver colpito forze iraniane in segno di rappresaglia per le operazioni compiute da combattenti che supportano Teheran ma che hanno base in Yemen. Esauriti i raid contro gli aeroporti di Aleppo e Damasco, Tel Aviv si è accanita contro la zona centrale di Homs per colpire i depositi di armi di Hezbollah.

La posizione dell’Idf

“Il regime siriano è completamente responsabile di tutte le attività terroristiche che hanno luogo sul suo territorio”, ha dichiarato l’Idf tramite un comunicato ufficiale con il quale Israele ha rivendicato gli attacchi in Siria, legandoli alle minacce provenienti dallo Yemen. Prima dello scorso 7 ottobre, l’Idf rivendicava raramente le sue attività nel Paese. “Le forze israeliane hanno colpito in Siria l’organizzazione che ha compiuto il lancio di un drone contro Eilat, il porto israeliano sul Mar Rosso”, ha aggiunto l’Idf.

L’attacco al porto era stato rivendicato dal governo filoiraniano dello Yemen anche se, al momento, continua a non essere chiaro in che modo le forze filoiraniane in Siria siano responsabili, da un punto di vista materiale, del lancio dei missili sul porto israeliano di Eilat. Il coinvolgimento è tanto più dubbio se si considera la presenza della contraerea della Giordania, alleata di Washington e sempre pronta a difendere Israele da attacchi nemici.

In questo contesto, inoltre, gli Stati Uniti hanno spiegato di aver attaccato obiettivi iraniani in Siria, nella zona orientale di Dayr az Zor, dopo l’abbattimento di un drone al largo delle coste dello Yemen. Anche in questa circostanza, le forze yemenite filoiraniane hanno rivendicato la paternità dell’operazione.

Un solo Paese, numerose incursioni internazionali: i dettagli

Stando ai dati forniti dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, a partire dallo scorso 7 ottobre, i bombardamenti aerei e di artiglieria nel Paese si sono moltiplicati, arrivando a superare il centinaio di raid. Le operazioni sono state condotte da forze filoiraniane, da Israele, dagli Stati Uniti, dalla Turchia, dalla Russia. Il Paese di Putin, in particolare, è presente in Siria da ormai otto anni e continua a fornire sostegno alle forze governative contro le milizie che fanno capo ad Ankara nel nord-ovest del Paese.

In questo scenario, le forze turche colpiscono con regolarità chirurgica le postazioni curdo-siriane, alleate di Washington, che si trovano nelle aree orientali, ricche di gas naturale e petrolio.

Intanto, a est dell’Eufrate, ci sono le basi americane ripetutamente colpite, come quelle in Iran, dalle milizie che simpatizzano con l’Iran.

Stando ai dati in possesso degli Stati Uniti, dal 17 ottobre, sono stati circa cinquanta gli attacchi subiti dalle proprie basi in Siria e Iraq. A seguito dei raid, oltre 50 militari e contractor sono rimasti gravemente feriti. In risposta agli assalti, gli americani hanno risposto accanendosi ripetutamente contro postazioni filoiraniane e causando la morte di almeno 9 miliziani.