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Il Pride di Roma 2025 ha visto sfilare un milione di persone, un corteo che ha attraversato le strade della capitale con un messaggio chiaro: i diritti di tutti devono essere riconosciuti. Con lo slogan “Siamo un milione di fuorilegge”, la comunità LGBTQIA+ ha voluto sottolineare le ingiustizie che ancora permangono nel nostro Paese e nel mondo.
La parata colorata e significative rivendicazioni
Il corteo è partito da piazza della Repubblica, snodandosi fino a Caracalla, animato da quaranta carri allegorici e guidato dalla madrina Rose Villain. “Tantissima gente ha sfilato perché vuole che questo paese riconosca i diritti di tutti”, ha dichiarato Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli. Ma nonostante l’atmosfera festosa, le tensioni globali sono state palpabili. Bandiera arcobaleno e simboli di solidarietà per la Palestina si sono mescolati in un messaggio di pace e resistenza.
Solidarietà e proteste in un clima di tensione
Uno dei momenti più toccanti è stato il minuto di silenzio per Gaza, seguito dall’urlo “Palestina libera”. I partecipanti hanno reso omaggio alle vittime del conflitto, evidenziando come la lotta per i diritti civili sia intrecciata con le ingiustizie globali. I carri hanno esposto figure controverse come Donald Trump e Benjamin Netanyahu, ribadendo che la lotta per i diritti non conosce confini.
Un messaggio di unità contro l’odio
“Teniamoci la mano. Perché tentano di diffondere odio ma noi con l’amore li fotteremo tutti”, ha esclamato Rose Villain, intensificando l’atmosfera di unità e solidarietà. Ma non è stata solo una manifestazione di gioia. Il gruppo ‘Priotpride’, composto da attiviste LGBTQIA+ femministe, ha organizzato un corteo alternativo, esprimendo la propria opposizione al Pride ufficiale e solidarietà con la Palestina. La tensione tra le varie anime del movimento è stata palpabile.
Artisti e politici in prima linea
Presenti diversi politici, tra cui il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e figure di spicco come Laura Boldrini e Alessandro Zan. Gualtieri ha sottolineato l’importanza del Pride come momento di battaglia, dicendo: “Roma è una grande città dei diritti”. La manifestazione ha visto anche l’emergere di artisti, come Laika, che ha esposto opere provocatorie che criticano l’oppressione e la guerra.
Un futuro di speranza e lotta
Il Pride di Roma non è stato solo una celebrazione, ma anche un grido di mobilitazione. I partecipanti hanno voluto ribadire la necessità di un’Italia che non si pieghi ai regimi liberticidi di paesi come l’Ungheria. La lotta per i diritti è un tema che continua a mobilitare persone in tutto il mondo, e il messaggio di Roma è chiaro: l’amore e la solidarietà vinceranno sempre.