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In 200mila a Phoenix per i funerali di Charlie Kirk: "Un gigante ucciso da un mostro"

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Oltre 200mila a Phoenix per i funerali di Charlie Kirk: tributi dei leader conservatori, perdono della vedova e critiche di Hillary Clinton.

Una folla oceanica ha invaso Phoenix per i funerali di Charlie Kirk. Oltre 200mila persone, tra lacrime e applausi, hanno accompagnato il feretro del leader conservatore, trasformando i funerali in una cerimonia pubblica di memoria e di identità politica.

In 200mila a Phoenix per i funerali di Charlie Kirk: le accuse di strumentalizzazione

Accanto al cordoglio, non sono mancate le polemiche.

Hillary Clinton ha denunciato come i vertici repubblicani stiano trasformando l’assassinio di Charlie Kirk in un’arma contro gli avversari politici, definendo questa dinamica un “tipico schema autoritario”. Secondo l’ex segretaria di Stato, in un momento di dolore nazionale la leadership dovrebbe cercare di unire, mentre l’uso retorico della tragedia rischia di approfondire le fratture già esistenti.

In 200mila a Phoenix per i funerali di Charlie Kirk: folla tra lacrime e applausi

Gli Stati Uniti hanno reso omaggio a Charlie Kirk, l’attivista conservatore assassinato il 10 settembre durante un incontro con studenti alla Utah Valley University. Lo State Farm Stadium di Phoenix è stato gremito da una folla stimata in oltre 200mila persone, un numero superiore alla capienza ufficiale, tanto che sono state aperte strutture aggiuntive per accogliere i partecipanti.

Sul palco si sono alternati leader politici e religiosi: Donald Trump ha descritto Kirk come una figura monumentale, un uomo che con il suo impegno nei campus aveva finito per “cambiare la storia” del Paese. Il presidente ha annunciato che alla memoria dell’attivista sarà conferita la Medal of Freedom, sottolineando come la sua morte rappresenti un attacco non solo a una persona o a un movimento, ma all’intera nazione.

“L’America è sotto shock: due settimane fa il paese è stato derubato di un gigante della sua generazione, ucciso da una mostro radicalizzato. Charlie Kirk amava l’America e l’America lo amava. La storia lo ricorderà: è un martire per libertà dell’America. Charlie non odiava i suoi rivali. Io li odio e non auguro loro il meglio. È su questo che non andavo d’accordo con Kirk”.

La vedova Erika Kirk, in lacrime, ha commosso i presenti dichiarando di perdonare l’autore dell’omicidio e invitando il pubblico a rispondere all’odio con la speranza di un rinnovamento.

“Mio marito Charlie voleva salvare i giovani, come colui che gli ha tolto la vita. Perdono quel giovane”.

Nei suoi ricordi personali ha delineato l’immagine di un marito devoto, pronto al sacrificio, che vedeva la famiglia come fondamento spirituale e morale.

“Nel pomeriggio del 10 settembre in ospedale ho guardato il corpo di mio marito morto, la ferita che gli ha tolto la vita. Ho provato un dolore che non sapevo che esistesse. Anche nella morte ho visto l’uomo che amavo, anche l’unico capello grigio di cui non gli avevo mai parlato. Scusa baby te lo dico ora. Anche se Charlie è morto troppo presto, era anche pronto a morire. Ha lasciato questo mondo senza rimpianti”.

Anche il vicepresidente JD Vance ha definito Kirk un martire della fede e un eroe nazionale, mentre Robert F. Kennedy Jr. ha tracciato un parallelo tra la sua breve vita e quella di Cristo. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, Elon Musk e Steve Bannon, quest’ultimo in collegamento con il suo programma.