Milano, oggi l’inchiesta sulle curve di San Siro segna un nuovo capitolo. Sette arresti, cinque in carcere e due ai domiciliari, scattano in un altro filone della maxi indagine che sta scuotendo i settori più oscuri del tifo organizzato. A dirigere le indagini ci sono i pm Paolo Storari e Sara Ombra, con il supporto della Squadra mobile e della Gdf.
Dopo il blitz di fine settembre, che aveva portato all’arresto di capi ultrà e sodali delle curve Nord dell’Inter e Sud del Milan.
Inchiesta curve San Siro: il clan Bellocco e i legami con l’Inter
I nuovi sviluppi dell’inchiesta curve sembrerebbero far luce su crimini ancora più gravi: usura, estorsioni e false fatture. E c’è di più. Alcuni dei reati sono aggravati dalla finalità mafiosa, con l’accusa che il clan della ‘ndrangheta Bellocco abbia agevolato i propri affari, come riportano i media in queste ultime ore, estendendo il proprio controllo in ambienti lontani dal mondo criminale.
Ecco dove la storia si fa ancora più inquietante. Tra gli arrestati, sembrerebbero esserci legami profondi con l’infiltrazione della ‘ndrangheta. Secondo le indagini, alcuni degli arrestati avevano contatti con esponenti del clan Bellocco. Uno di loro, imprenditore comasco, sarebbe stato coinvolto in operazioni di usura, con prestiti che hanno toccato punte del 400% di interesse. Ma il coinvolgimento della ‘ndrangheta non si limita a questioni finanziarie. Le indagini rivelano un quadro ancor più complesso, che coinvolge anche l’Inter. Secondo quanto riportato nelle carte, il clan avrebbe cercato di utilizzare la propria influenza per far partecipare il vicepresidente Javier Zanetti a un evento organizzato da un imprenditore. Zanetti, come confermato dalle intercettazioni, accetta, contribuendo così a “dare una mano” all’imprenditore, che non manca di vantarsi della sua interazione con il capitano nerazzurro. Ma tutto questo non è solo un episodio isolato: c’è un legame profondo tra gli ultrà della curva Nord e alcuni ambienti della società, che non è sfuggito agli occhi degli inquirenti.
Inchiesta curve San Siro, le estorsioni e i prestiti a tassi da usura
Gli episodi contestati agli arrestati sono pesanti. Secondo quanto ricostruito dai pm, l’imprenditore comasco avrebbe ricevuto prestiti da quasi 400.000 euro a tassi usurari. Le minacce non sono mancate. In una delle intercettazioni, si sente chiaramente uno degli indagati dire all’imprenditore: “Quando pensi di rientrare? I soldi di Antonio erano i miei”. Le indagini sono arrivate anche a ricostruire episodi di estorsione legati alla gestione dei parcheggi a San Siro, con una presunta richiesta di circa 60.000 euro per garantire “tranquillità ambientale”. Tra gli arrestati, figura anche una persona legata al mondo delle curve, che avrebbe avuto un ruolo centrale in estorsioni ai danni di imprenditori, obbligandoli a versare denaro in cambio di protezione.
Questa maxi indagine ha portato alla luce non solo crimini legati alla criminalità organizzata, ma anche l’intreccio tra tifo violento, politica e affari. E mentre l’inchiesta continua a dipanarsi, il mondo del calcio e dei suoi ambienti più oscuri non smette di sorprendere.