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Julian Assange, l'angelo sterminatore, Best Rockstar 2010 per Rolling Stones

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Qualcuno diceva che nella vita c'è chi è rock e c'è chi è lento. Ma chi è il più rock di tutto l'anno? Per la rivista Rolling Stone (versione italiana) non ci sono dubbi. The best rockstar of 2010 è l'uomo WikiLeaks Julian Assange. Beh se per rock intendiamo tutto quello che crea un piacevol...

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Qualcuno diceva che nella vita c’è chi è rock e c’è chi è lento. Ma chi è il più rock di tutto l’anno? Per la rivista Rolling Stone (versione italiana) non ci sono dubbi. The best rockstar of 2010 è l’uomo WikiLeaks Julian Assange.
Beh se per rock intendiamo tutto quello che crea un piacevole frastuono, una rivoluzione culturale, scuote l’ambiente e le nostre coscienze allora Assange rock lo è eccome. Il premio che l’anno scorso è andato a Silvio Berlusconi quest’anno va proprio a colui che ne ha rivelato i dettagli privati in mondovisione. Non è una superstar della musica ma il secondo uomo più ricercato del mondo.

Il giornale di Antonelli ne ha tessuto un disarmante elogio motivando la consegna del premio così: “Il rock informatico dell’argentato Assange sarà quello che porteremo con gioia insieme a noi per l’intero 2011. È l’angelo sterminatore di ogni segreto dei poteri. È l’Uomo che cadde (dalla Rete) sulla Terra. La sua somiglianza col David Bowie del film di Nicolas Roeg del 1976 (‘The man who fell to earth’) è semplicemente impressionante. La sua strategia è degna dei migliori fumetti Marvel e dell’intero immaginario del “villain” platinato che mette in pericolo i potenti del pianeta, dagli anni Sessanta a oggi, passando per il cyberpunk di William Gibson e il ciclo di ‘Matrix’. Assange è icona come Che Guevara sulle magliette, come Mao per Andy Warhol. È il capo pop della fine della diplomazia e della sicurezza imperiale. Assange è la vera stella rock&roll degli Anni Tremila”.

Ammazza! un supereroe, una rockstar, un divo del cinema, una icona pop alla stregua di Andy Warhol tutto in un unico uomo. Si potrà essere d’accordo o meno ma nessuno potrà mai negare ad Assange l’etichetta di uomo dell’anno. In fondo a quanti altri è successo di essere sulla bocca dei presidenti delle nazioni di cinque continenti contemporaneamente.
All’elogio di Rolling Stone io ci aggiungo che Assange è il figlio maggiore di una madre chiamata globalizzazione…

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