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La "coerenza" dei no vax pronti a vaccinarsi per andare al ristorante, al bar e in palestra

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L'impennata delle prenotazione dei vaccini dopo l'introduzione del Green pass obbligatorio per accedere a determinati servizi dimostra che migliaia di italiani hanno evitato di vaccinarsi per un becero egoismo.

La bellezza dei numeri è che parlano chiaro, non hanno bisogno di troppe interpretazioni: i duri e puri “no vax” di casa nostra, quelli che intonano peana per andare a sconfiggere la “dittatura sanitaria” e hanno contribuito al dilagare della variante Delta rivendicando il diritto di non vaccinarsi sono pronti a smutandarsi per non perdere il loro diritto costituzionale di bersi uno spritz.

Certo ci saranno quelli che ora alzeranno i toni dello scontro, sono gli stessi che oggi ci hanno offerto la pessima esperienza di un vilipendio di cadavere riportando tra i trend topic il nome di Primo Levi per il loro scellerato parallelismo tra l’esigenza di una tutela della salute pubblica con un olocausto (che tra l’altro molti di loro sminuivano o addirittura negavano fino a qualche settimana fa).

Ora li scorgeremo gli eroici ultimi giapponesi che proveranno a lucrare per trovare un po’ di spazio, quelli che non riuscendo a emergere nella lettura della realtà se ne inventano una nuova senza nessun fondamento per giocare nel loro campo immaginario. Ed è un peccato perché una sana discussione invece sull’equilibrio tra libertà costituzionali e decisioni del governo è importante e seria e perché l’opportunità e la legittimità delle scelte dovrebbero sempre essere analizzate e messe in discussione.

I numeri invece dicono che tra i presunti “no vax” ci sono decine di migliaia di persone che sono state pronte a buttare i loro presunti ideali nel cesso per essere liberi di andare al ristorante e questo la dice lunga sulla superficialità (tra l’altro pericolosissima) di chi vorrebbe risultare un guerriero e invece è solo ronzino.

Letizia Moratti in Lombardia scrive su Twitter che “cresce l’adesione alla campagna vaccinale, ieri circa 49mila cittadini si sono prenotati. Per venire incontro a queste nuove richieste saranno disponibili ulteriori 100mila nuovi posti per prime dosi, da oggi fino a fine agosto”.

La crescita delle prenotazione è avvenuta nei giorni scorsi appena si è paventata l’introduzione del Green Pass (basta perfino la percezione, tanto per capirsi) e l’annuncio di Draghi ha prodotto quasi 50mila prenotazioni in un giorno mentre in Lombardi si viaggiava in media sotto le 20mila nel mese di luglio.

L’assessore al Welfare della Regione Lazio Alessio D’Amato ha comunicato che “dall’annuncio di ieri, da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi in merito al Green Pass abbiamo avuto oltre 38mila nuove prenotazioni per i vaccini”. In Piemonte il presidente Cirio spiega che l’annuncio di Draghi ha avuto “l’effetto di raddoppiare le richieste per le vaccinazioni: ogni ora sul nostro portale registriamo il doppio delle adesioni rispetto alle media dei giorni precedenti”.

Stessa cosa in Veneto (anche se non si anno i numeri ufficiali perché il presidente Zaia ovviamente non può fare perdere la faccia al suo gran capo Salvini) e Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, parla di “un probabile picco nella giornata odierna, dato che alle 11 di questa mattina i sistemi regionali hanno già registrato 2.728 prenotazioni”.

Una considerazione vale la pena farla: in un momento di pandemia mondiale, nella delicata fase di riaperture delle attività e di ripresa quasi normale della vita dei cittadini migliaia di italiani hanno evidentemente evitato di vaccinarsi per un becero egoismo. Quello stesso egoismo che oggi li vede scapicollati mentre corrono a prenotarsi per non perdere i loro privilegi, certificando che se ne fottono (e se ne sono fottuti) di quelli degli altri.

Siamo sempre lì: una nazione che non riesce a essere comunità nei diritti e nei doveri e che è immatura nella responsabilità collettiva. E no, non è una buona notizia. E no, non ne siamo usciti migliori.