La malattia di Marburg è un’infezione virale rara ma estremamente grave, appartenente alla stessa famiglia dell’Ebola. Sebbene i focolai siano relativamente rari, quando si verificano rappresentano una seria minaccia per la salute pubblica, soprattutto in Paesi con sistemi sanitari fragili. La recente conferma di casi e decessi in Etiopia ha riportato all’attenzione internazionale l’urgenza di monitoraggio, prevenzione e gestione.
Focolaio di Marburg in Etiopia: situazione attuale
Le autorità etiope, in collaborazione con i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC), hanno confermato un focolaio del virus Marburg nella zona di Jinka, nel sud-ovest del Paese, vicino al confine con il Sud Sudan. Finora, 17 persone sono state sottoposte a test diagnostici: tre sono decedute a causa del virus e altri tre decessi sono stati registrati tra individui che presentavano sintomi compatibili ma non sono stati testati.
Altre 129 persone, entrate in contatto con i casi sospetti, sono state messe in isolamento e monitorate costantemente. Come riportato da Mediaset Tgcom24, un team dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dei Centri Africani per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie è stato mobilitato nella zona per assistere nelle operazioni di monitoraggio, analisi di laboratorio e sorveglianza epidemiologica
Malattia di Marburg in Etiopia, focolaio del virus letale con tre morti: quali sono i sintomi
Il virus di Marburg, parente stretto dell’Ebola, si trasmette attraverso il contatto diretto con fluidi corporei di persone infette o con oggetti contaminati. I sintomi iniziali includono febbre alta, forti dolori muscolari e addominali, diarrea e vomito, con possibili emorragie gravi entro pochi giorni.
La malattia può avere un tasso di mortalità molto elevato, mediamente intorno al 50%, ma in alcune epidemie passate ha raggiunto fino all’88%. Al momento non esistono vaccini o terapie approvate specifiche, ma sono in sperimentazione trattamenti di supporto come la reidratazione e la gestione dei sintomi.
Focolai precedenti sono stati registrati in diversi Paesi africani, tra cui Angola, Congo, Ghana, Kenya, Uganda e Sudafrica, sottolineando la necessità di sorveglianza e misure preventive rigorose.