Il governo ha presentato un maxi emendamento alla manovra da 3,5 miliardi che introduce interventi chiave su infrastrutture, previdenza, incentivi alle imprese e istruzione. Tra le principali novità spiccano il posticipo dei lavori per il Ponte sullo Stretto di Messina, la rimodulazione della pensione anticipata e del riscatto della laurea breve, nonché il rafforzamento delle agevolazioni fiscali per le imprese e dei fondi per l’Erasmus italiano.
Ecco tutti i dettagli.
Manovra 2026: previdenza, istruzione e coperture sanitarie
Il governo ha presentato un emendamento alla manovra da 3,5 miliardi, illustrato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in Commissione Bilancio, che introduce una serie di interventi strategici.
L’emendamento introduce modifiche significative anche in ambito previdenziale e sociale. La decorrenza della pensione anticipata viene posticipata in maniera graduale: tre mesi per chi raggiunge i requisiti nel 2031, quattro mesi per il 2032-2033, cinque mesi nel 2034 e sei mesi nel 2035. Inoltre, il riscatto della laurea breve concorrerà meno all’anzianità contributiva dal 2031, con un incremento progressivo dei mesi esclusi fino a 30 mesi per chi matura i requisiti nel 2035.
Tra le novità figurano l’estensione dell’obbligo di versamento dei contributi previdenziali al TFR anche ai datori di lavoro con oltre 50 dipendenti e l’introduzione, dal 1° luglio 2026, dell’adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti del settore privato.
Sul fronte sanitario, il tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti sarà incrementato dello 0,1% annuo dal 2026, compensando l’aumento con la riduzione proporzionale del Fondo per i farmaci innovativi da 1.300 a 1.160 milioni di euro annui. Infine, viene rafforzato il fondo per l’Erasmus italiano con un rifinanziamento di 3 milioni di euro nel 2026, a favore della mobilità tra università italiane.
Manovra sbloccata da Giorgetti, per il Ponte sullo Stretto cambia tutto: le novità
Tra le principali novità, il finanziamento di 780 milioni previsto per l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto di Messina, inizialmente programmato per quest’anno, è stato spostato al 2033 a seguito del blocco deciso dalla Corte dei Conti. L’emendamento aggiorna il Fondo di riserva per le integrazioni di cassa del 2026 e rifinanzia le somme residue del 2024 e 2025, garantendo che l’importo complessivo autorizzato rimanga invariato.
Sul fronte delle imprese, le agevolazioni per investimenti in beni strumentali, materiali e immateriali funzionali alla Transizione 4.0 e 5.0 sono prorogate fino al 30 settembre 2028. Viene introdotta una rimodulazione dell’iperammortamento triennale, con la condizione che gli investimenti riguardino esclusivamente beni “Made in EU” e senza la maggiorazione aggiuntiva per gli investimenti green.
Anche il credito d’imposta per le Zes è oggetto di un significativo incremento nel 2026, passando dal 15,25% al 58,78% per le micro e piccole-medie imprese e dal 18,48% al 58,61% per le grandi imprese operanti in agricoltura, pesca e acquacoltura. Le rimodulazioni finanziarie correlate generano oneri pari a circa 133,29 milioni di euro.
Le scadenze per i sub-emendamenti al maxi emendamento sono state prorogate a domani alle 18, mentre la manovra approderà in aula al Senato lunedì 22 dicembre, con il voto finale previsto martedì 23 dicembre, a ridosso della vigilia di Natale.