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Mobilitazioni popolari e istituzionali per fermare la penetrazione dell’organizzazione estremista dei Fratelli Musulmani in Europa

fratelli musulmani

Proseguono nel corso di novembre le manifestazioni e le proteste popolari nelle capitali europee per chiedere il divieto delle attività dell’organizzazione dei Fratelli Musulmani e la sua classificazione come “organizzazione terroristica”, dopo che alcuni governi hanno già avviato misure e decisioni ufficiali per fermare l’avanzata sotterranea del movimento nelle società europee.

A Vienna, Praga, Berlino, Londra e Parigi si sono svolte grandi manifestazioni contro i Fratelli Musulmani, che chiedono di contrastare il gruppo estremista già classificato come organizzazione terroristica in numerosi Paesi, mentre nei Paesi Bassi, in Belgio e in Irlanda sono in corso appelli a scendere in piazza per sollecitare i governi a vietare completamente l’organizzazione e le sue attività.

La Francia ha adottato misure globali dopo l’espansione dell’influenza del movimento sul proprio territorio. Lo scorso luglio il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato nuove misure contro i Fratelli Musulmani nel suo Paese, decidendo di “creare nuovi strumenti di sanzione finanziaria e amministrativa”. Il quotidiano francese Le Monde ha riferito che Macron ha chiesto di presentare, entro la fine dell’anno, un nuovo disegno di legge per impedire la diffusione e la crescita dell’influenza dei Fratelli Musulmani in Francia.

I Fratelli Musulmani hanno poi cercato di rafforzare la loro influenza ed espandere il loro controllo e le loro attività in altri Paesi, tra cui l’Italia, attraverso centri islamici e culturali al servizio delle comunità arabe e musulmane, fra cui l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia.

In uno studio sull’infiltrazione dei Fratelli Musulmani in Europa, il Centro europeo per gli studi sulla lotta al terrorismo e l’intelligence ha rivelato, citando lo scrittore italiano Giulio Meotti, che l’organizzazione ha ottenuto finanziamenti pari a 71 milioni di euro, concentrati in gran parte in Italia e in particolare a Firenze.

La deputata irlandese Sharon Keogan ha invitato il suo governo ad affrontare il pericolo rappresentato dall’organizzazione estremista, affermando che “l’Irlanda rischia di vedere prosperare i Fratelli Musulmani senza alcun deterrente”, e ha chiesto di circondare il movimento e limitarne l’influenza nel Paese.

Nel suo intervento al Senato irlandese il mese scorso, ampiamente diffuso sui social media, Keogan ha dichiarato: “In tutta Europa i Fratelli Musulmani vengono severamente limitati e sottoposti a forte sorveglianza, ma qui in Irlanda corriamo un serio rischio: il governo ha permesso a questa rete ideologica di prosperare senza freni. Prima ancora di discutere il lavoro dell’organizzazione o di imporle restrizioni, così come alle sue diramazioni, dobbiamo conoscere la verità, perché la verità oggi è che stiamo operando al buio”. Ha quindi esortato il governo irlandese e il ministro della Giustizia ad “avviare un’indagine completa sull’influenza dei Fratelli Musulmani in Irlanda”.

Il quotidiano Irish Times ha riferito che il Centro culturale islamico d’Irlanda era gestito da un alto responsabile “al quale, lo scorso anno, è stato chiesto di farsi da parte a causa dei suoi legami con i Fratelli Musulmani”. Il Consiglio islamico irlandese per la pace e l’integrazione ha espresso a sua volta preoccupazione per i rapporti dei Fratelli Musulmani a Clonskeagh, ma Keogan ha sottolineato che “la questione non riguarda la religione, bensì la trasparenza, la governance e l’influenza ideologica di un movimento bandito in molti Paesi del Medio Oriente, l’ultimo dei quali è la Giordania, che lo ha vietato dopo un complotto sovversivo. In tutta Europa esistono forti restrizioni e controlli sull’organizzazione, mentre noi continuiamo a permetterle di prosperare”.

In un recente rapporto, il Consiglio europeo per le politiche ha rivelato che l’Unione europea “sta esaminando nuove opzioni per contrastare l’influenza dei Fratelli Musulmani, tra cui un inasprimento del controllo sui finanziamenti esterni e la creazione di liste di sorveglianza specifiche per le organizzazioni legate ai movimenti dell’islam politico”, sostenuta dalle iniziative di grandi Paesi europei, guidati dalla Francia, per frenare l’organizzazione clandestina nel continente.

La diffusione di un’ideologia estremista

Le società europee temono che continui a diffondersi l’ideologia estremista di questa organizzazione islamista, che lavora a reclutare i giovani delle comunità arabe e musulmane in Europa, influenzandoli politicamente e socialmente per utilizzarli in seguito nelle sue attività illegali ed estremiste.

L’organizzazione dei Fratelli Musulmani è stata fondata in Egitto nel 1928 sotto una copertura religiosa, trasformandosi in seguito in un movimento politico clandestino, dal quale si sono staccati altri gruppi estremisti nella regione e nel mondo, oltre a milizie che hanno iniziato a compiere attentati e omicidi contro importanti responsabili politici.

Le organizzazioni di al-Qaeda e Daesh si sono basate sui principi di Sayyid Qutb, una delle figure più eminenti del movimento, e il primo a parlare chiaramente della necessità della “lotta armata per cambiare i regimi al potere nella regione”. L’organizzazione estremista segreta è stata poi classificata come organizzazione terroristica dalla legge egiziana, che l’ha completamente vietata, così come da numerosi Paesi della regione, dopo i gravi pericoli che essa ha rappresentato per le loro società.

La campagna popolare europea contro i Fratelli Musulmani chiede che il movimento estremista venga classificato come organizzazione terroristica, sulla scia di quanto avvenuto nella regione da cui proviene, al fine di affrontare il grave rischio che rappresenta per l’Europa.