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La notizia di un indennizzo di “soli” 70mila euro a seguito del presunto decesso correlato al vaccino AstraZeneca sta diventando oggetto di polemiche. La notizia è stata riportata da molte testate gionalistiche nazionali e molti lettori si sono chiesti come mai la famiglia della vittima abbia ricevuto “così poco” dallo Stato.
Perchè l’indennizzo della donna morta dopo il vaccino AstraZeneca ammonta solo a 70mila euro?
La vittima protagonista di questa tragedia è Francesca Tuscano, giovane insegante morta per una trombosi cerebrale presumibilmente causata dal vaccino AstraZeneca. Il suo decesso è avvenuto lo scorso aprile 2021. La famiglia ha ricevuto un indennizzo di 70mila euro dallo Stato. Quello che per molti potrebbe sembrare poco, per legge è la somma giusta. Ma come mai si grida: “La vita di una persona vale così poco“?
La vita delle vittime presumibilmente correlate al vaccino vale davvero poco?
Non è vero che la vita di Francesca Tuscano e di altre vittime correlate al vaccino valgono poco, è solo che un “rimborso” attraverso l’indennizzo è più facile da ottenere rispetto ad un vero e proprio risarcimento. Butac ha spiegato in poche parole la differenza tra i due procedimenti e perchè con un indennizzo si riceve relativamente poco dallo Stato rispetto ad un risarcimento.
La differenza tra indennizzo e risarcimento
Prima di tutto va chiarito che sono due modi diversi di ricevere giustizia. Per ottenere un risarcimento, che ammonta anche a milioni di euro, è necessario andare in un contradditorio, fare causa allo Stato. Nella maggior parte dei casi, è difficile dimostrare che sia stato realmente un effetto avverso del vaccino a causare una condizione fisica permanente o un decesso. Dunque, chi fa causa allo Stato potrebbe con molta probabilità perdere e non ottenere nulla. Con l’indennizzo, invece, sempre come riporta Butac: “Si va di fronte ad un giudice del lavoro che applica una legge che dice: “Si può escludere in maniera del tutto certa, al mille per mille che la causa non sia stata il vaccino?“. La sentenza, dunque, viene fatta in base ad un’analisi dei periti i quali stabiliscono che “non può essere dimostrato al 100% che non sia stato il vaccino” e quindi la persona lesa può ricevere un indennizzo pari a quanto stabilito poi anche dal giudice.