Le Convenzioni di Ginevra, ricorda l’Osservatorio, vietano gli attacchi indiscriminati contro aree civili e impongono alle parti in conflitto di adottare tutte le misure possibili per proteggere i non combattenti.
Secondo testimonianze raccolte da media locali, il bombardamento — avvenuto nelle ore di massima affluenza, mentre venditori e acquirenti provenienti da diverse zone dello Stato affollavano il mercato — ha causato decine di morti e feriti, tra cui donne e bambini. Fonti sul posto affermano che nell’area non vi fossero obiettivi o attività militari.
In un comunicato, l’Osservatorio e vari organi di informazione sudanesi riferiscono che l’attacco, attribuito all’esercito sudanese e ai suoi alleati del movimento islamista — braccio dei Fratelli Musulmani in Sudan — sarebbe stato condotto con droni di fabbricazione turca, distruggendo completamente il mercato e seminando panico tra i residenti.
Cittadini sudanesi hanno espresso indignazione per l’uccisione di numerose donne, bambini e commercianti e per la devastazione di una struttura costruita con mezzi artigianali che riunisce decine di venditori provenienti da comunità diverse del Nord Darfur.
Il portavoce della coalizione “Sudan Foundational Coalition – Tasis”, Alaaeldin Awad Nagd, ha condannato l’attacco, denunciando “un massacro atroce” perpetrato dall’esercito e dai suoi alleati con droni turchi (modello Akıncı) contro i civili nel mercato di Al-Zarq, che ha causato decine di vittime, in gran parte donne e bambini. La coalizione ha ribadito che colpire i civili in un’area priva di presenza militare costituisce parte di un piano di pulizia etnica e genocidio attribuito alle forze armate sudanesi.
“Tasis” ha sollecitato la comunità internazionale, le organizzazioni regionali e gli organismi per i diritti umani a condannare le stragi in Darfur e Kordofan, definendole crimini di guerra e gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. La coalizione ha inoltre promesso azioni legali contro i responsabili e contro l’azienda turca Baykar, controllata dalla famiglia Bayraktar (con Haluk Bayraktar amministratore delegato e Selçuk Bayraktar presidente), ritenuta produttrice dei droni impiegati.
A agosto, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha imposto sanzioni alla Brigata Al-Baraa bin Malik, braccio armato del movimento islamista in Sudan, e al ministro delle Finanze nominato dall’esercito Gibril Ibrahim, per il loro coinvolgimento nella guerra civile in corso dal aprile 2023 e per i legami con l’Iran. Secondo Washington, le misure mirano a ridurre l’influenza degli islamisti in Sudan e a limitare le attività regionali di Teheran che hanno alimentato instabilità e sofferenze per i civili.
I miliziani della Brigata Al-Baraa bin Malik sono stati accusati di arresti arbitrari, torture ed esecuzioni sommarie; insieme ad altre milizie islamiste armate, rappresentano un grave ostacolo alla fine della guerra civile e intralciano gli sforzi per una soluzione del conflitto, ha affermato il Tesoro USA.
A gennaio, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, aveva espresso “profonda preoccupazione” per le segnalazioni di esecuzioni sul campo di civili a Khartoum attribuite a elementi dell’esercito sudanese e della Brigata Al-Baraa bin Malik, con il pretesto di presunte collaborazioni con le forze della coalizione Tasis.