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Parla la madre di Alessia Pifferi: "Sapeva di essere incinta, è sempre stata una bugiarda"

La donna ha dichiarato di aver anche contribuito alle spese delle visite

La donna ha dichiarato di aver anche contribuito alle spese delle visite

La madre di Alessia Pifferi, che si è costituita parte civile al processo per omicidio contro la figlia, è tornata a parlare della morte della piccola Diana.

La donna, ai microfoni di Pomeriggio 5, ha dichiarato che sua figlia era a conoscenza della gravidanza e che, durante il periodo di gestazione, avrebbe anche contribuito a pagare gli esami necessari nonostante la Pifferi abbia sempre dichiarato di non sapere di essere incinta e che la figlia fosse nata all’improvviso.

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Le parole della donna

La donna, che vive in Calabria, ha dichiarato: “Sapeva di essere incinta, quel giorno mi ha chiamata e mi ha dato la notizia. Aveva appena fatto il test in farmacia ed era positivo“, ha esordito la donna, smentendo così la versione della Pifferi che, nell’udienza del 19 settembre, ha dichiarato: “Diana è nata all’improvviso nel bagno di casa del mio compagno a Leffe, in provincia di Bergamo, il 29 gennaio 2021“. “Lei è sempre stata una bugiarda, ha sempre detto quello che le conveniva dire“, ha detto la donna.

Noi ci sentivamo, io le dicevo se aveva fatto gli esami del sangue e tutte queste cose. Lei mi diceva di si. Anzi una volta mi ha chiesto ancora i soldi per fare un esame che non passava la mutua e io glieli ho mandati“, ha continuato la madre della Pifferi.

Non solo per gli esami, la donna ha aggiunto di aver inviato spesso soldi alla figlia, anche attraverso dei pacchi: “100, 150 euro, non ricordo. Non tutti i mesi. Io le mandavo i pacchi, le mandavo la roba. Solo ultimamente le mettevo i soldi nel pacco perché sapevo che lei aveva la carta d’identità scaduta e certamente in posta non li poteva ritirare“.

Lo sbaglio è che nessuno si è accorto delle balle che Alessia raccontava, perché se ci si accorgeva solo di un piccolo dettaglio, di una piccola virgola, quella bambina era ancora qui“, ha concluso la donna.

Prossima udienza il 10 ottobre

Il 10 ottobre ci sarà, presso il Tribunale di Milano, la prossima udienza.

La difesa, sostenendo con periti di parte che la donna “ha un ritardo mentale, ha cercato diverse volte di far valere, ai fini processuali, le sue condizioni psicologiche.

Alessia Pifferi avrebbe dimostrato, sottoposta a esami come le macchine di Rorschach e un test Tat, un deficit intellettivo, con problemi nella percezione del tempo.

Alessia Pifferi credeva che sua figlia avesse i suoi stessi bisogni“, le parole di Alessia Pontenani, avvocato dell’imputata.

Emanuele De Mitri, avvocato di Viviana Pifferi la sorella dell’imputata, ha spiegato: “Questo disturbo è venuto fuori solo dopo che Alessia Pifferi ha ucciso la bambina“.

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