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Francia, la totale scomparsa della sinistra: la Le Pen si gioca il testa a testa con Macron

macron le pen

La sinistra francese gode di un vantaggio sull'estrema destra che risale alla V Repubblica. Oggi Macron ha iniziato a sgretolare il fronte moderato

Per la prima volta in Francia le elezioni per il rinnovo dei candidati al Parlamento europeo vedranno un’importante cambiamento sulla geografia dei partiti. La sinistra francese, infatti, sembrava non riuscire a proporre un candidato che potesse fronteggiare il giovane Jordan Bardella, rappresentante del Rassemblement National. Marine Le Pen si giocherà un testa a testa con i liberali di Macron.

Il vantaggio storico della sinistra

Macron si è riservato un lungo arco di tempo prima di presentare il programma e la lista dei candidati alle europee 2019. Le proposte lanciate all’ultimo sul tavolo dal presidente francese ruotano attorno a tra perni fondamentali: libertà, protezione, progresso. La République En Marche (LREM), coalizione liberale a capo di Macron, insieme ai democratici centristi del MoDem, ha iniziato a pagare il prezzo del ritardo. Infatti, secondo le ultime proiezioni Macron si attesterebbe al 22% dei consensi eguagliando l’ex Front National dell’avversaria Marine Le Pen. A gennaio, però, il presidente francese vantava ben 5 punti di vantaggio sull’avversaria.

Fin dalla V Repubblica francese la sinistra ha potuto godere di questo vantaggio sull’estrema destra: con Macron, però, questo risultato è andato sgretolandosi. I sondaggi attuali fotografano una Francia spezzata in due: da un lato coloro che continueranno a seguire i principi di un’Europa unita, liberale e liberista; dall’altro lato, crescono i contrasti con coloro che rifiutano questi valori e promuovono un’Europa diversa e più sovrana.

Un candidato con il gilet giallo

Pochi mesi fa è giunta la notizia della candidatura di Christophe Chalençon, uno dei più noti oppositori francesi e dei volti legati alla vicenda dei gilet gialli. In molti lo ricordano per l’organizzazione dell’incontro con il leader del Movimento 5 stelle Luigi di Maio. Da quell’evento rischiava di scatenarsi una crisi diplomatica tra lo stato francese e quello italiano. La lista presentata da Christophe Chalençon si chiama Evoluzione cittadina: i sondaggi, però, mostrano un risultato scadente alle elezioni. Questa lista, infatti, non dovrebbe superare il 3% dei voti. Probabilmente la logica dei gilet gialli riscuote grande successo nelle piazze, ma non altrettanto alle urne.

L’ancora di salvataggio

Nonostante la netta diminuzione dei consensi, il presidente francese è riuscito a trovare un salvagente su cui mantenere la fiducia degli elettori. Il discorso sulla sicurezza e sulla difesa della Repubblica, infatti, emerge proprio nella discussione portata avanti dai gilet gialli: Macron ha dichiarato di comprendere il malcontento dei suoi cittadini e per questo motivo intende ascoltarli creando opportunità di confronto e enfatizzando il carattere democratico della repubblica. Da qui, è nato nel 2018 il Grand Débat national, in cui lo stesso Macron ascolta i cittadini e le amministrazioni locali francesi.

L’estrema destra in ascesa

Colei che trae beneficio dalla perdita dei consensi della sinistra francese è la leader del partito populista e sovranista francese, Marine Le Pen. La corsa al Parlamento europeo prevede per lei un percorso sempre meno ostacolato dagli avversari. Jordan Bardella è il candidato scelto per rappresentato il partito del Rassemblement National. Ventitreenne e populista da appena un anno, lo studente di geografia è fedelissimo alla leader dell’ex Front National e proprio per questo motivo si è guadagnato la sua candidatura. Jordan è figlio di immigrati italiani, ma nonostante ciò porta avanti la sua campagna contro l’immigrazione in Francia.

Due programmi speculari

Il presidente Macron rilancia i veri valori dell’Europa che intende portare alle elezioni di maggio 2019: la protezione dei confini e la definizione di un’identità comunitaria sono al centro della sua campagna elettorale. In questo modo, però, il presidente francese non rilancerà la sinistra: i veri nemici da combattere, infatti, sono da ricercare all’interno della nazione e non all’esterno. Non si possono sconfiggere i sovranisti portando avanti le loro stesse retoriche: Marine Le Pen, in effetti, promuove le stesse idee esprimendosi in modo più semplice e lineare. Il suo programma prevede la chiusura dei confini nazionali, il rilancio della sovranità francese e un’Europa delle nazioni.

Quale futuro per la sinistra francese?

La sinistra moderata francese occupa un ruolo sempre più irrilevante nel cammino che porta alle elezioni europee. Il partito che prenderà il suo posto, a quanto sembra, sarà formato da una coalizione unita, forte dall’idea di combattere la paura dominante. Se Macron intende riguadagnare consensi deve rinnovare la sua politica e rilanciare metodi, contenuti e attori.