> > Torino, Chiara Appendino indagata: sospetto concorso in peculato

Torino, Chiara Appendino indagata: sospetto concorso in peculato

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"Sono tranquilla. Offrirò ai pm tutti gli elementi per provare la correttezza del mio operato" ha detto la Appendino su Facebook.

La prima cittadina di Torino si trova coinvolta in un’altra indagine, questa volta per concorso in peculato in relazione ad una consulenza fantasma del suo ex portavoce, Luca Pasquaretta. Stando a quanto riferito dai pm Enrica Gabetta e Gianfranco Colace, in comune, tutti erano a conoscenza del contratto tra Pasquaretta e la fondazione per il Libro per aiutare nella comunicazione il presidente Massimo Bray. Il nome della Appendino, quindi, va ad aggiungersi a quello di Pasquaretta, il qual avrebbe ricevuto un assegno da 5 mila euro da Mario Montalcini, vicepresidente operativo della Fondazione, e Giuseppe Ferrari, alto dirigente del Comune. L’assegno sarebbe stato subito restituito al momento dello scoppio dello scandalo.

Il post di Chiara Appendino

L’inchiesta è stata aperta ormai un anno fa, ma alcune testimonianze, nonché documenti e chat hanno fatto dubitare gli inquirenti: difficile che Chiara Appendino non sapesse nulla della consulenza. Ad informare della ricezione dell’avviso di garanzia, il terzo, è stata lei stessa attraverso un post su Facebook pubblicato nella serata di sabato: “Per trasparenza nei confronti dei cittadini vorrei rendere noto che ho ricevuto un avviso di garanzia con riferimento alle indagini per la consulenza affidata dalla Fondazione del libro al mio ex capo ufficio stampa, per un valore di 5 mila euro lordi che lui ha già restituito a suo tempo” ha scritto. “Quando alcuni mesi prima dello svolgimento del Salone del Libro circolò sui giornali questa ipotesi, risposi in aula a un’interpellanza dichiarando che non era assolutamente intenzione dell’amministrazione procedere in tal senso. Nonostante questa posizione – ha proseguito Appendino -, quella consulenza venne affidata comunque dalla Fondazione”.

Concorso in peculato: “Sono tranquilla”

La sindaca ha poi proseguito spiegando di cosa è accusata: “Secondo la ricostruzione dei pm, questa consulenza non fu poi svolta dall’interessato, e per questo, viene ipotizzato il peculato. Spetterà a lui difendersi e, eventualmente ai giudici stabilire chi ha ragione. Nel mio caso si ipotizza il “concorso” nello stesso reato, poiché, secondo i pm, la consulenza sarebbe stata affidata e pagata, cito testualmente, con il mio accordo”. “Sono tranquilla – ha concluso – e quando in settimana verrò ascoltata dai pm, offrirò loro tutti gli elementi in mio possesso e di mia conoscenza per difendermi da questa ipotesi, e provare la correttezza del mio operato”.