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Crisi nel M5s, Beppe Grillo arriva a Roma e attacca i giornalisti

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Beppe Grillo è giunto a Roma al fine di risolvere i dissidi interni che da giorni stanno dilaniando il M5s e mettendo a rischio il ruolo di Di Maio.

È sempre più crisi nera nel M5s dopo la decisione di Luigi Di Maio di far decidere alla piattaforma Rousseau la partecipazione del Movimento alle regionali in Emilia Romagna e Calabria, tanto da rendere necessario persino l’intervento di Beppe Grillo. Il padre spirituale del Movimento è infatti giunto a Roma in serata al fine di discutere del futuro della sua creatura politica che al momento sembra essere appeso a un filo. Tra le ipotesi in gioco c’è anche l’eventuale destituzione di Luigi Di Maio dal suo ruolo all’interno del partito.

Beppe Grillo e la crisi del M5s

Arrivato davanti all’Hotel Forum, Beppe Grillo ha subito cercato di sviare i giornalisti presenti com’è solito fare, i quali però sono comunque riusciti a chiedergli se non fosse giunto il momento di mettere la parola fine al mandato da leader di Di Maio. Domande a cui Grillo ha risposto con il suo classico stile: “Se ci stiamo biodegradando? Siete diventati voi, comici”.

Stando a quanto appreso dalle fonti giornalistiche però, Di Maio parrebbe al momento rimanere al suo posto, anche perché fino a domenica è impegnato in un breve tour istituzionale in Sicilia al fine di visitare i numerosi comuni colpiti dal maltempo di questi giorni. Le preoccupazione per il ministro degli Esteri sono però solo rimandate di qualche giorno. Martedì infatti il M5s discuterà il nuovo regolamento del gruppo parlamentare, che vedrà probabilmente il tentativo di limitare il potere del capo politico del Movimento.

Luigi Di Maio in bilico

Come dichiarato anche dal senatore pentastellato Emanuele Dessì, il nuovo regolamento potrebbe dunque di fatto restringere entro certi paletti il potere decisionale del capo politico, pur mantenendolo nella carta. Secondo il senatore infatti: “Nel momento in cui si prospetta l’ipotesi di presentare mozioni e atti deliberativi, a quel punto chiunque è in grado di produrre un atto politico, che può riguardare tutti. Sempre che poi l’atto prodotto venga votato in assemblea a maggioranza. […] Non c’è più la diretta indicazione di comportamento e di linea politica da parte del capo politico nei confronti del gruppo parlamentare. In questo modo si crea un filtro assembleare a qualunque iniziativa politica.