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CasaPound vince causa con Facebook, Iannone: "Una bella giornata"

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Il Tribunale di Roma ha ordinato la riattivazione immediata della pagina Facebook di Casapound dopo la vittoria della causa in corso.

CasaPound ha vinto la causa contro Facebook. Il Tribunale Civile di Roma ha infatti accolto il ricorso presentato dall’associazione a seguito dell’oscuramento della pagina ufficiale qualche settimana fa: “Il ricorso va accolto e va ordinato a Facebook l’immediata riattivazione della pagine dell’Associazione di Promozione Sociale CasaPound” recita la sentenza firmata dal giudice che invita il social network alla riapertura immediata della pagina.

Iannone: “È una bella giornata”

Per CasaPound “è una bella giornata“, ha commentato il leader Gianluca Iannone. “Abbiamo vinto e portiamo a casa una sentenza importante, il Tribunale ha riconosciuto le nostre ragione. È una vittoria importante di tutto un mondo politico non allineato, perché si era trattato di una chiusura pretestuosa nei confronti di un movimento che ha rappresentanti eletti nei consigli comunali“. Iannone ha inoltre ricordato che, in caso di mancata riattivazione di tutte le pagine, scatterà “una multa di 800 euro al giorno“.

CasaPound vince la causa contro Facebook

Il Tribunale di Roma ha condannato Facebook alla riattivazione immediata della pagine di CasaPound oltre che al pagamento delle spese processuali: “Il Tribunale fissa la pena di € 800,00 per ogni giorno di violazione dell’ordine impartito, successivo alla conoscenza legale dello stesso e condanna Facebook Ireland Limited alla refusione delle spese di giudizio sostenute dall’associazione di promozione sociale CasaPound Italia e Davide Di Stefano, liquidate in complessivi € 15.000,00, oltre spese generali ed accessori come per legge” recita il testo delle disposizioni decise dal giudice.

“Un sentenza storica”

La sentenza tra CasaPound e Facebook rappresenta un momento storico, destinato a fare giurisprudenza. Il suo significato non si ferma infatti alla semplice riattivazione della pagina social, ma pone al centro il primato del diritto e la libertà di espressione: “È evidente – recita la sentenza – il rilievo preminente assunto dal servizio di Facebook con riferimento all’attuazione di principi cardine essenziali dell’ordinamento come quello del pluralismo dei partiti politici. Il rapporto tra Facebook e l’utente che intende registrarsi al servizio non è assimilabile al rapporto tra due soggetti privati in quanto Facebook ricopre una speciale posizione che fa sì che debba attenersi al rispetto dei principi costituzionali e ordinamentali finché non si dimostri la loro violazione da parte dell’utente“.