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Sgarbi trascinato fuori dalla Camera: "Il Csm è un'associazione mafiosa"

Sgarbi trascinato camera

Su richiesta di Mara Carfagna Vittorio Sgarbi è stato allontanato dalla Camera: i commessi lo hanno trascinato di peso fuori dall'Aula.

Dopo aver espresso parole pesanti nei confronti della magistratura, Vittorio Sgarbi è stato espulso dalla Camera: essendosi inizialmente opposto, i commessi lo hanno trascinato fuori dall’Aula di Montecitorio. A condividere il video è stata la collega del Partito Democratico Patrizia Prestipino.

Sgarbi trascinato fuori dalla Camera

A richiedere il suo allontanamento è stata la Vicepresidente della Camera Mara Carfagna dopo il suo intervento relativo alle dichiarazioni di voto sul Decreto Intercettazioni. Sgarbi si è infatti pesantemente espresso contro la magistratura chiedendo una commissione d’inchiesta sul caso delle procure, definito una nuova Tangentopoli che agisca “contro la criminalità di magistrati che fanno l’opposto del loro lavoro“. Poco dopo ha poi parlato del Csm come di un’associazione mafiosa in riferimento ai recenti scandali che lo hanno riguardato.

Immediate le proteste in aula, che non si sono placate nemmeno di fronte ai ripetuti tentativi di ritorno all’ordine da parte della Carfagna. Anzi i toni si sono alzati tanto che l’ex forzista ha offeso la collega Giusi Bartolozzi (Forza Italia). A quel punto la vicepresidenza ha chiesto agli assistenti di Montecitorio di allontanarlo. “Non può offendere i suoi colleghi, non può pronunciare parolacce. Ha trasformato l’Aula in uno show“, ha affermato.

Ma Sgarbi si è opposto alla richiesta di abbandonare l’Emiciclo, motivo per cui i commessi si sono trovati costretti a trascinarlo di peso fuori dalla Camera.

La replica a Roberto Fico

Tramite il suo ufficio stampa, Sgarbi ha successivamente replicato al Presidente della Camera Roberto Fico dopo che quest’ultimo ha annunciato un’istruttoria contro il parlamentare: Di “indecente e indegno” c’è solo il comportamento di Fico che mi attribuisce cose mai dette ignorando che le persone e i deputati non si dividono per sessi, e io non ho detto nulla di diverso da quello che avrei detto a un deputato maschio. Si tratta di una ignobile strumentalizzazione. […] Fico non troverà nelle registrazioni nessun insulto rivolto a una donna, ma solo invettive contro alcuni deputati. Dalla sua istruttoria uscirà sbugiardato.”.

Nel concludere il suo intervento contro Fico, Sgarbi afferma inoltre: “Un tempo il Parlamento era il posto della libertà di parola, oggi è il luogo della censura. E parla l’esponente (Fico) del partito che si è fatto strada con gli insulti, a colpi di “vaffanc**o”. E che definì Veronesi “cancronesi””.