> > Crollo Ponte Morandi, i parenti delle vittime: "Chiediamo giustizia"

Crollo Ponte Morandi, i parenti delle vittime: "Chiediamo giustizia"

vigili del fuoco ponte morandi

Nell'anniversario del crollo del Ponte Morandi parlano i parenti delle vittime della strage: "Lo Stato ci ha abbandonati"

Sono passati cinque anni esatti da quel 14 agosto 2018 in cui ci fu la terribile strage del Ponte Morandi. Quel giorno 43 persone persero la vita e i famigliari delle vittime sentono di non aver ancora avuto giustizia.

Ponte Morandi, i parenti delle vittime a 5 anni dal crollo: “Chiediamo giustizia”

Il presidente del Comitato Parenti vittime ponte Morandi Egle Possetti ha rilasciato alcune forti dichiarazioni in occasione del quinto anniversario del crollo. Possetti ha raccontato a ‘Quotidiano.net’ il dolore delle famiglie delle vittime: Con fatica stiamo cercando di ricominciare. Avere giustizia ci potrebbe aiutare, almeno potrebbe ridarci un po’ di fiducia in uno Stato che ci ha abbandonato prima e dopo il crollo.” Il processo per il crollo del Ponte Morandi ai 58 imputati è iniziato nel luglio del 2020 e la prima udienza è attesa per il 2024: “Pesa sul cuore sapere che la tragedia poteva essere evitata. La conferma che esce dal processo: la situazione era nota da anni e nessuno ha fatto nulla” – dice ancora Possetti – “È sconvolgente rendersi conto di quanti sapevano, avevano dubbi, e non hanno mosso un dito. Rende il nostro dolore inaccettabile. Sapere che i nostri cari sono stati i martiri del ponte ma milioni di persone hanno rischiato di diventarlo è inaccettabile. Gli utili sproporzionati incassati dalla società è inaccettabile. Sapere che non avremo mai una risposta è inaccettabile. Il fatto che il ministero non ha mai controllato è inaccettabile. Sarebbe bastato un ingegnere capace e super partes per evitare la tragedia.”

Il ruolo dello Stato nella tragedia: qualcosa poteva essere fatto per evitare la strage

Se lo Stato non ha fatto nulla per evitare il crollo del Ponte Morandi prima che la tragedia avvenisse, ora sta mancando l’impegno anche nella gestione successiva. È questa la principale lamentela di Possetti: “Mai un’ammissione di colpa per il prima. E lo Stato ci ha abbandonato anche dopo il crollo. Abbiamo preparato un disegno di legge che già avevamo sottoposto al governo Conte e chiediamo venga approvato. I nostri cari devono essere riconosciuti come vittime dell’incuria. Il disegno prevede una tutela per i deboli, un piccolo contributo a fondo perduto che supporti la battaglia legale per le vittime perché non si sia costretti ad accettare il risarcimento e a rinunciare a essere parte civile nel processo. Noi non siamo in aula per i soldi, che alla fine è l’unica cosa che ci spetterà, siamo lì per parlare, per incidere sulla ricerca della giustizia.”