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Chiara Ferragni-Safilo, è guerra legale: richieste milionarie e accuse pesanti

Chiara Ferragni Safilo

Rottura totale tra Ferragni e Safilo: l’azienda di occhiali cita in giudizio l’influencer dopo la fine del contratto legata al caso “Pandoro”.

Lo scontro tra Chiara Ferragni e Safilo si è trasformato in una battaglia legale. Dopo mesi di frizioni seguiti al cosiddetto “Pandoro gate”, il gruppo dell’occhialeria ha scelto di portare l’imprenditrice digitale in tribunale, mettendo fine in modo netto alla loro collaborazione. Una decisione che ha spinto Fenice, la società a lei riconducibile, a rispondere a sua volta sul piano legale, contestando la legittimità del recesso e avanzando una richiesta economica per importi dovuti.

Un fronte aperto di contenziosi per Fenice Srl

Oltre alla causa con Safilo, emergerebbero ulteriori tensioni legali per Fenice Srl. Tra queste, la procedura di mediazione avviata dalla veneta Swinger International, titolare della licenza per la linea di abbigliamento, che reclama un indennizzo per presunti danni d’immagine e perdite di fatturato.

A seguire, la risoluzione del contratto da parte di Angelini, licenziataria del marchio per la linea di profumi, e la revisione dell’accordo con Monnalisa Spa, partner per il segmento bambino. Quest’ultima, nonostante la rinegoziazione, ha successivamente chiesto la cessazione anticipata del rapporto e la restituzione delle somme versate.

Safilo fa causa a Chiara Ferragni: i motivi e le cifre da urlo

Il colosso dell’occhialeria ha avviato un’azione legale contro l’ex testimonial, chiedendo un risarcimento per danni economici e reputazionali. La rottura tra le parti risale a dicembre 2023, quando Safilo ha annunciato la cessazione unilaterale dell’accordo di licenza a seguito del cosiddetto “Pandoro gate”, innescato dall’intervento dell’Autorità garante della concorrenza. Nella comunicazione, l’azienda faceva riferimento a presunte violazioni contrattuali da parte dell’influencer.

La decisione ha però sollevato la reazione di Fenice e Sisterhood, le società riconducibili a Ferragni, che contestano la validità del recesso, ritenendolo infondato e basato su clausole giudicate troppo vaghe per essere applicabili al caso concreto. In risposta, Fenice ha presentato una domanda riconvenzionale, chiedendo la risoluzione del contratto per presunto inadempimento da parte di Safilo e un risarcimento complessivo per mancato guadagno da royalties e danno d’immagine.

Nel dettaglio, la cifra richiesta da Fenice ammonta a 3,65 milioni di euro, mentre l’azienda padovana ha depositato a maggio 2024 un ricorso presso il Tribunale di Milano per ottenere un risarcimento superiore. Fenice, da parte sua, valuta come «possibile, se non anche probabile» un rischio di soccombenza fino a circa 1,8 milioni.