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Schiavone: per italiani all'estero la rappresentanza è cruciale

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Roma, 31 mag. (askanews) - Il 2 giugno la Repubblica italiana compie 75 anni: che significato può avere questa ricorrenza per gli italiani all'estero, che ricordiamolo non sono solo le persone con la cittadinanza italiana ma anche i milioni di discendenti di italiani che vivono all'estero? Askan...

Roma, 31 mag. (askanews) – Il 2 giugno la Repubblica italiana compie 75 anni: che significato può avere questa ricorrenza per gli italiani all’estero, che ricordiamolo non sono solo le persone con la cittadinanza italiana ma anche i milioni di discendenti di italiani che vivono all’estero?

Askanews lo ha chiesto a Michele Schiavone, Segretario generale del Consiglio Generale degli italiani all’estero (Cgie): “La Festa della Repubblica è una delle tre feste nazionali non comandate sotto l’aspetto religioso ma rappresenta un appuntamento straordinario per il nostro Paese che dal 1946 si è dato una forma di organizzazione statuale che oggi, a 75 anni di distanza, riconferma il valore e il senso della libertà e della democrazia e questo riconoscimento è vissuto ed è interpretato dagli italiani che vivono all’estero alla stregua dei connazionali che vivono in Italia”.

“Ricordare la Repubblica è di per sé non solo doveroso, ma è un appuntamento che si rinnova e attraverso il quale gli italiani in Italia e gli italiani all’estero riescono a sentirsi italiani – e non solo i cittadini che sentono ed apprezzano questo appuntamento, ma vi anche sono italici, gente di altri Paesi che attraverso le vicinanze e la vita con gli italiani si sentono italiani a loro volta”.

“Ci sentiamo cittadini a pieno titolo di un Paese, come dicevo prima, fra i più progrediti al mondo e che dovrebbe anche interpretare e avanzare proposte per favorire il rientro delle nostre comunità proprio perché in questo periodo di rilancio e di resilienza del nostro Paese tante sono le potenzialità per poter far leva e attivarsi sulla partecipazione delle intelligenze, delle conoscenze e anche dei valori dei nostri connazionali che rientrebbero volentieri se le condizioni fossero tali da permettere un rientro per un’integrazione reale e per partecipare allo sviluppo e al progresso del nostro Paese”.

“La questione della rappresentazione è cruciale nel lavoro che il nostro governo, il Parlamento, le istituzioni in generale dovrebbero compiere perché è attraverso una partecipazione diretta attiva e passiva alle sorti del Paese che un cittadino si sente tale. Sarebbe utile che gli italiani sfruttassero questa occasione data da questo governo quasi di unità nazionale per ripartire davvero, non solo per ricostruire il Paese ma per costruirlo in una maniera diversa e adeguarlo alle esigenze e alle necessità del tempo. L’Italia è ed e sempre stato un grande Paese ma sarebbe oramai giunta l’ora di farlo diventare un Paese grande”.