Gli ultimi giorni hanno acceso un dibattito importante sulle strade italiane. Tre gravi incidenti, tutti con protagonisti over 80 che guidavano contromano in autostrada, hanno spinto il governo a riflettere. Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini lo ha detto chiaro: serve una stretta sulle patenti degli anziani. “Non si può più andare avanti così,” ha spiegato a RTL 102.5.
Ma qual è la strada giusta? Il rischio è alto, sì, ma anche la libertà di muoversi conta. E allora? Cosa si può fare?
Patenti e anziani, la situazione attuale e le ipotesi sul tavolo
Oggi, chi ha superato i 70 anni deve rinnovare la patente ogni tre anni. Dopo gli 80, il rinnovo scende a due anni. Ma non si tratta solo di firme e timbri: dietro c’è una visita medica per accertare che il guidatore sia idoneo, fisicamente e mentalmente. Le regole cambiano a seconda del tipo di patente e dell’età. Per esempio, chi guida camion o autobus ha regole più severe: dopo i 65 anni, la visita deve essere fatta in una Commissione medica locale. E dopo i 68, addio mezzi pesanti.
Il governo però sta valutando di rivedere queste norme che riguardano anche le patenti degli anziani, soprattutto per gli over 80. Salvini lo ammette senza giri di parole: “Bisogna ragionare su esami di rinnovo più stringenti.” Non è una decisione facile. I tecnici della motorizzazione studiano come intervenire, a che età e in che modo. Nel frattempo, anche l’opposizione si muove: il Pd ha pronta una proposta di legge per introdurre un esame teorico e pratico obbligatorio a 80 anni. Una misura già bocciata in passato, ma che potrebbe tornare d’attualità.
Tra sicurezza e libertà, patenti e anziani: un equilibrio difficile da trovare
La questione delle patenti anziani non è solo un problema tecnico o burocratico. Dietro c’è una realtà umana. Per molti, la patente significa indipendenza, autonomia. Perdere il diritto a guidare può voler dire isolamento, perdita di relazioni sociali. Non a caso, associazioni di consumatori e sindacati dei pensionati chiedono cautela.
Gabriele Melluso di Assoutenti insiste: “Piuttosto che limiti a tappeto, serve rafforzare i controlli medici, con criteri chiari e aggiornati.” Carmelo Barbagallo della UILP ricorda che “prima di cambiare le regole bisogna studiare i dati, ascoltare chi vive questa realtà.” Sicurezza sulle strade e diritto alla mobilità devono camminare insieme. Non è facile, ma si deve provare.
In questo clima di riflessione, la questione resta aperta. Come bilanciare il rischio di incidenti gravi con il rispetto della libertà personale? Le strade del governo sono ancora tutte da tracciare.