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"Ti massacro, vado in galera", l'attivista Domitilla Shaula di Pietro indagata per stalking all'ex compagno

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Domitilla Shaula Di Pietro, da attivista anti-violenza a protagonista di un’indagine per stalking. Ecco tutti i dettagli.

Domitilla Shaula di Pietro, nota per il suo impegno pubblico contro la violenza e le discriminazioni, si trova oggi al centro di un’inchiesta che getta un’ombra sulla sua immagine di paladina dei diritti. L’attivista è stata infatti indagata per stalking nei confronti del suo ex compagno, suscitando stupore e scalpore nell’opinione pubblica. La vicenda apre un inquietante paradosso: colei che ha lottato contro abusi e intimidazioni rischia ora di finire nei guai per comportamenti simili a quelli che ha sempre condannato.

Domitilla Shaula di Pietro: da icona contro la violenza a indagata

Domitilla Shaula Di Pietro, scrittrice, pittrice e sceneggiatrice, nota negli ultimi anni per il suo impegno contro la violenza di genere attraverso libri, incontri e manifesti, si trova oggi coinvolta in un’inchiesta giudiziaria. Il suo nome figura in un fascicolo della procura di Tivoli, dove il sostituto procuratore Roberto Bulgarini Nomi ha concluso le indagini e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per molestie, minacce e stalking nei confronti dell’ex compagno, un regista.

La vicenda ha suscitato grande clamore perché mette in contrasto l’immagine pubblica di Di Pietro come paladina dei diritti delle donne con i comportamenti contestati dalla magistratura.

“Ti massacro, vado in galera”, Domitilla Shaula di Pietro indagata per stalking all’ex compagno

Secondo quanto ricostruito dagli atti, la relazione tra Di Pietro e l’ex compagno, iniziata nel 2023, sarebbe rapidamente degenerata in dinamiche di persecuzione. L’indagine fa riferimento a centinaia di messaggi e chiamate inviate all’uomo, visite improvvise e accuse di tradimento, oltre alla creazione di profili falsi e numeri telefonici anonimi.

In alcune circostanze, Di Pietro avrebbe mostrato chat con altri uomini, tra cui una attribuita erroneamente al sindaco di Milano, Beppe Sala, per suscitare gelosia. Quando il regista ha cercato di chiudere la relazione nel 2024, secondo l’accusa, la situazione sarebbe peggiorata fino a episodi di aggressione fisica, danneggiamento di mobili e sputi.

L’avvocato della parte offesa ha sottolineato come la vicenda risulti particolarmente grave proprio per la contraddizione tra l’immagine pubblica della donna e le condotte contestate. La difesa, affidata all’avvocato Claudio Urciuoli, respinge le accuse, descrivendo i fatti come parte di una relazione tossica e confermando l’intenzione di difendere l’ex attivista in sede giudiziaria.