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Yara, DNA contaminato? Bossetti spera nella Cassazione

Bossetti

Un video mostrerebbe alcuni operatori della scientitica maneggiare la prova regina del processo contro Massimo Bossetti senza pinzette e guanti.

Gli avvocati di Massimo Bossetti continuano a sostenere che il DNA ritrovato negli slip di Yara Gambirasio sia stato contaminato. Mostrato un video dove sembrerebbe che il reperto sia stato maneggiato con poca cura al momento del ritrovamento. Il muratore di Mapello, che si dice innocente, spera che la condanna all’ergastolo sia così ribaltata in Cassazione.

Bossetti e la prova del DNA

Massimo Giuseppe Bossetti attende con ansia il 12 ottobre 2018. In quella data la Cassazione dovrebbe infatti pronunciarsi sul ricorso presentato dal muratore di Mapello, condannato in primo e secondo grado all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. “Massimo ci crede ancora, crede nella giustizia, la sua è un’attesa drammatica, il percorso fatto finora è stato faticosissimo, è rimasto solo, ha perso i genitori, gli è rimasta solo Marita e i figli” sottolinea il suo avvocato, Claudio Salvagni, intervenendo in studio nel corso dell’ultima puntata di Quarto Grado.

I difensori di Bossetti ribadiscono la tesi che il loro assistito non può essere ritenuto colpevole fondamentalmente solo in base alla prova del DNA anche perché, sostengono, la traccia genetica repertata sugli slip di Yara Gambirasio “potrebbe essere stata contaminata“. Fu proprio la traccia 31G20 infatti a portare all’arresto del muratore.

Il video

Nel corso del programma di Rete4 è stato mostrato infatti un video registrato la sera del 26 febbraio 2011, data in cui fu ritrovato in un campo di Chignolo d’Isola il corpo senza vita di Yara Gambirasio, esattamente tre mesi dopo la sua scomparsa. Nel filmato si vedono, come riporta Leggo.it, alcuni operatori della polizia scientifica non indossare i calzari mentre ispezionano la zona dove è stato rinvenuto il cadavere della ragazzina. Sembra inoltre che un lembo degli slip, quelli dove è stato isolato il DNA di Ignoto 1 identificato poi come quello di Bossetti, sia stato preso senza le pinzette. Un altro operatore, infine, sembra che non avesse indosso i guanti.

In base alla difesa del muratore, il reperto sarebbe stato quindi inquinato, ed la sequenza di DNA compromessa. Massimo Bossetti in tutti questi anni si è sempre professato innocente. Finora, però, i giudici non gli hanno creduto. I suoi avvocati invece sperano che la Suprema Corte possa vagliare con maggior attenzione queste osservazioni, affinché perlomeno il caso possa essere ridiscusso in un processo bis davanti alla Corte d’Appello.