Il discorso di Natale di Volodymyr Zelensky ha acceso nuove tensioni tra Ucraina e Russia, mescolando invocazioni religiose, appelli alla pace e un controverso augurio di morte rivolto a Vladimir Putin. La reazione di Mosca è stata immediata e durissima, definendo le parole del presidente ucraino “funeste e inadeguate”.
Tra fede, resistenza e guerra: il doppio registro del messaggio di Zelensky
Nel suo intervento, Zelensky ha alternato toni spirituali e richiami alla lotta armata, mescolando invocazioni religiose e determinazione politica. “Celebriamo il Natale in tempi difficili“, ha dichiarato, ricordando chi è lontano da casa, chi l’ha persa e chi non c’è più.
Accanto al controverso riferimento al destino di Putin — “oggi abbiamo tutti un sogno. Che possa morire” — il presidente ha ribadito l’obiettivo che accompagna l’Ucraina dall’inizio della guerra: “Chiediamo la pace per l’Ucraina. Combattiamo e preghiamo per questo. Lo meritiamo“. Ampio spazio è stato dedicato alla resilienza nazionale, con l’idea che la Russia non possa distruggere ciò che è essenziale: “Il nostro cuore ucraino, la nostra fiducia reciproca e la nostra unità“. Un messaggio che ha voluto includere soldati, civili, prigionieri e caduti, trasformando il dolore collettivo in parte integrante della narrazione politica.
Tuttavia, proprio questa sovrapposizione tra speranza religiosa, linguaggio bellico e auguri di morte ha alimentato nuove tensioni diplomatiche, rendendo il Natale un ulteriore terreno di scontro simbolico tra Kiev e Mosca.
Zelensky e la morte di Putin nel discorso di Natale, Mosca: “Funesto e inadeguato”
Il messaggio di Natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha provocato una risposta immediata e aspra da parte della Russia. Al centro della polemica, il passaggio in cui il leader di Kiev ha evocato come “sogno condiviso” la morte di Vladimir Putin, senza mai nominarlo direttamente.
Un riferimento che il Cremlino ha giudicato inaccettabile nei toni e nel contenuto. Il portavoce Dmitri Peskov, citato dalle agenzie russe, ha definito le parole di Zelensky «incivili e cariche di odio», arrivando a descriverlo come una «persona tutt’altro che adeguata».
Secondo Mosca, affermazioni di questo tipo finiscono per “sollevare dubbi sulla sua capacità di prendere decisioni adeguate per una risoluzione pacifica del conflitto ucraino“, rafforzando l’idea di un leader guidato più dal rancore che da una visione diplomatica.
La condanna russa si è inserita in un contesto già segnato da accuse reciproche, tra bombardamenti, presunti attacchi a convogli umanitari e l’assenza di qualsiasi tregua natalizia, nonostante gli appelli internazionali.