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Cardinale Pell incriminato di pedofilia. Il processo dal 18 luglio

cardinale Pell

Nuova accusa di pedofilia nel Vaticano. Il cardinale Pell, Prefetto degli Affari economici in Vaticano, ha commesso in passato abusi su minori.

Pedofilia in Vaticano

Un nuovo caso di pedofilia nelle mura della Chiesa. Il cardinale George Pell è stato accusato di pedofilia e presto dovrà subire un processo per questo. Il film vincitore del premio Oscar Il caso Spotlight è il racconto di quando una lunga sequela di denunce come questa hanno iniziato a minare la Chiesa cattolica. Nel film, ambientato nel 2003, si parla della vera vicenda venuta fuori dall’inchiesta di un giornale. L’arcivescovo Law aveva coperto per anni abusi su minori perpetrati da parroci di varie chiese sotto la sua giurisdizione. Da quel momento in poi inchieste simili sono state condotte in tutto il mondo, ovunque ci fossero chiese legate al papa di Roma. Il quadro fu sconcertante: milioni di appartenenti al clero cattolico aveva violentato almeno una volta un minore.

L’accusa al cardinale Pell

L’accusa mossa adesso al cardinale Pell, per esempio, viene da lontano. Attualmente il cardinale Pell è il Prefetto degli Affari economici in Vaticano. Ora ricopre una figura ufficiale particolarmente importante, ma in passato era un semplice prete che esercitava nello Stato di Victoria, in Australia. E’ da lì che è partita l’accusa, che risale agli anni della gioventù del cardinale Pell. Pare che negli anni ’70 a Ballarat, la città dove svolgeva il suo ruolo da prete, l’attuale cardinale Pell abbia perpetrato abusi su diversi minori. Un’accusa che il cardinale ha sempre respinto, ma che ora è stata presentata in forma ufficiale. A Melbourne i rappresentanti legali del cardinale Pell hanno ricevuto le notifiche di reato. Le stesse sono state anche già consegnate al tribunale davanti al quale sarà costretto a presentarsi il 18 luglio. Nonostante la carica importante ricoperta ai giorni nostri, il cardinale non ha potuto sfuggire da questa accusa.

Andrà al processo?

Fino ad ora il cardinale Pell non ha mai voluto ammettere di essere stato fautore di alcun reato. In particolare, quando in passato è stato interrogato sui reati sessuali che gli venivano imputati ha sempre negato di averli commessi. Ora, però, che il caso Spotlight è scoppiato da anni e che le notizie di pedofilia nella Chiesa hanno già allontanato un sacco di fedeli, è il caso di aspettare quale sarà la reazione del Vaticano e del cardinale stesso. L’Italia ha accordi di estradizione con l’Australia, ma l’accusato attualmente vive e lavora nello Stato del Vaticano, con cui non ha nessun accordo. Per far sì che il cardinale Pell sia presente al processo si devono verificare solo due casi: o il cardinale stesso decide di presentarsi al processo o lo Stato del Vaticano da il permesso all’Australia di instradarlo a casa. La reazione del Vaticano e di Papa Francesco davanti a questo nuovo problema è fondamentale. Trincerarsi nella difesa di un suo altolocato membro, anche solo per esercitare un ragionevole dubbio, risulterebbe agli occhi dei fedeli come l’ennesima ingiustizia.

(Di non molto tempo fa anche la notizia di un altro arresto in Vaticano. Vedi “Vaticano, allontanato monsignore: scoperto durante un festino gay“)