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Casi di stalking e Sindrome di Stoccolma

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Sindrome di Stoccolma: grazie al criminologo e psicologo Nils Bejeroche è stato battezzato il legame psicologico che lega le vittime con i propri carnefici ed aguzzini; in particolare, oggi è stato “trasposto” ai casi di stalking e di femminicidio Ogni giorno si sente alla televisione o si le...

Sindrome di Stoccolma: grazie al criminologo e psicologo Nils Bejeroche è stato battezzato il legame psicologico che lega le vittime con i propri carnefici ed aguzzini; in particolare, oggi è stato “trasposto” ai casi di stalking e di femminicidio

Ogni giorno si sente alla televisione o si legge sulla cronaca dei quotidiani dei numerosi casi di stalking e di femminicidio: secondo uno studio e ricerca solo il 7% delle donne vittime di stalking e abusi da parte dei propri partner denuncia la violenza subita. Diverse, in effetti, possono essere le motivazioni che inducono una donna a non denunciare il proprio aguzzino. Le ragioni di questa incapacità e la non volontà di denunciare i maltrattamenti subiti dalle donne, possono ricondursi all’inadeguato supporto che spesso le istituzioni riservano alla classe femminile, alla volontà ed al desiderio di conservare l’unione familiare, visto che la maggior parte degli abusi avvengono tra le mura domestiche.

Dal punto di vista psicologico si parla di sindrome di Stoccolma; proviamo a spiegare perché viene appellata in tale modo e perché è stata così denominata: secondo le fonti storiche e le voci che si sono susseguite nel tempo, siamo negli anni ’70, Eric Olsson, si trova in prigione a Stoccolma per furto ma riesce ad evadere, contatta l’ex compagno di cella Clark Olofsson ed assieme pianificano una rapina alla “Sveriges Kredit Bank” di Stoccolma. Durante la rapina in banca si trovavano 3 donne e un uomo che vengono presi in ostaggio e, dopo qualche giorno di prigionia i malviventi si arrendono e gli ostaggi vengono liberati. Dai colloqui psicologici ai malviventi da parte del criminologo Nils Bejeroche, mise in evidenza dall’analisi approfondita dell’indagine e del profilo psicologico, una sorta di legame “positivo” delle vittime nei confronti dei loro aguzzini e sequestratori. Di qui, il battesimo dell’odierna locuzione “Sindrome di Stoccolma” che è stata “trasposta” ai numerosi casi di femminicidio e di stalking che interessano le donne, vittime di abusi e maltrattamenti dei carnefici maschili.