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Napoli: venditori ambulanti aggrediti da una babygang, la polizia indaga

Napoli

A Napoli, in via Toledo, una trentina di ragazzi ha assalito sabato sera un gruppo di venditori ambulanti. In strada c'erano molte persone che hanno assistito al raid e avvertito le forze dell'ordine. Non è la prima volta che succede, già a febbraio scorso un'altra baby-gang ha assalito e ferito a...

A Napoli, in via Toledo, una trentina di ragazzi ha assalito sabato sera un gruppo di venditori ambulanti. In strada c’erano molte persone che hanno assistito al raid e avvertito le forze dell’ordine. Non è la prima volta che succede, già a febbraio scorso un’altra baby-gang ha assalito e ferito alla testa un venditore di ombrelli; sempre a Napoli, ancora un altro gruppo di ragazzini ha preso d’assalto un bus della linea 158.

La cronaca

Stando alle testimonianze, la banda avrebbe accerchiato e poi assalito con schiaffi, pugni e calci, un gruppo di venditori ambulanti in Via Toledo. Non appena le persone lì presenti hanno avvertito gli agenti e l’ambulanza per soccorrere i venditori, la banda è fuggita verso i Quartieri Spagnoli. Nelle scorse ore, la polizia ha raccolto informazioni per ricostruire la vicenda. Avviati dei controlli mirati per arginare il fenomeno delle babygang nella zona.

I precedenti

Non è la prima volta, e non sarà l’ultima. Il fenomeno “baby-gang”, a Napoli, è in continua crescita. A maggio scorso, un gruppo di ragazzini ha colpito i portelloni e i vetri di un bus che stazionava in via Matilde Serao, poi uno di loro ha sfondato un finestrino con un oggetto contundente. A febbraio, all’ingresso della stazione della metropolitana di Piazza Amedeo, un gruppo composto da cinque ragazzi ha aggredito un venditore ambulante di ombrelli. La colluttazione, in cui l’ambulante è rimasto ferito alla testa, è scaturita dal tentativo del “branco” di rubargli la merce.

A marzo invece, furono arrestati cinque minori accusati di ben 21 rapine a varie banche e farmacie in provincia di Napoli e Caserta. Dopo i colpi, i cinque ragazzi postavano sui social frasi sulle loro “imprese”. Si augurava la “presta libertà” a due indagati presi dopo una rapina in gioielleria; un altro post conteneva frasi oltraggiose per le forze dell’ordine; in un terzo ci si descriveva come “pistoleri presso rapinatore“.