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Via libera del Parlamento alla riforma della Costituzione voluta da Renzi

Matteo Renzi

Nella giornata di ieri si è dato il via ad una svolta che potrebbe essere epocale, con il Parlamento che ha approvato in via definitiva la riforma della Costituzione, fortemente voluta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro per le Riforme e i Rapporti col Parlamento Maria Elena Bo...

Nella giornata di ieri si è dato il via ad una svolta che potrebbe essere epocale, con il Parlamento che ha approvato in via definitiva la riforma della Costituzione, fortemente voluta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro per le Riforme e i Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi.

Nel disegno di legge intitolato “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”, viene rielaborata l’architettura costituzionale dello Stato, vengono riviste le funzioni delle due Camere, ma anche le competenze degli enti locali. Dopo una due giorni convulsa dove si sono alternate le discussioni fra le varie forze politiche, è stato dato il via libera definitivo dopo sei votazioni in aula e il doppio passaggio in Camera e Senato.

Dalle opposizioni la levata di scudi contro il metodo adottato dal Governo per fare approvare l’importante provvedimento, con le forze del centro-destra e il M5S che sono uscite dall’aula al momento della votazione.

Di diverso avviso è il governo che ha elogiato il comportamento delle due camere e con il leader Renzi ha enunciato i benefici che la nuova riforma apporterà alla Costituzione: “Il procedimento legislativo diventa più snello – ha dichiarato il premier in aula – si ferma l’abuso della decretazione d’urgenza cui neanche noi possiamo dichiararci immuni, senza che si tocchi il sistema di pesi e di contrappesi si interviene sul Titolo V rendendo lo Stato più responsabile, si elimina il bicameralismo perfetto che era considerato da tutte le forze politiche un tabù da abbattere“.

Adesso l’ultima parola spetterà al corpo elettorale che sarà chiamato alle urne per il referendum confermativo che dovrebbe tenersi in autunno.