La stella dell’atletica statunitense Sha’Carri Richardson è finita sotto i riflettori per motivi ben diversi dalle sue performance sportive. Per la giovane atleta è scattato l’arresto dopo una violenta lite con il fidanzato, un episodio che ha scosso il mondo dello sport e che ha subito fatto il giro dei media.
Prima le voci di un arresto a Seattle, poi il ritiro dai Trials Usa di atletica leggera per Sha’Carri Richardson
Sha’Carri Richardson, la velocista statunitense campionessa del mondo dei 100 metri, è stata al centro dell’attenzione dopo la diffusione della notizia del suo fermo da parte della polizia all’aeroporto di Seattle domenica 27 luglio. L’atleta è stata accusata di violenza domestica e trattenuta in custodia per quasi un giorno prima di essere rilasciata senza che le fossero formalmente contestate accuse specifiche.
Poco dopo, Richardson ha deciso di ritirarsi dai Trials nazionali che si stavano svolgendo a Eugene, Oregon, rinunciando a partecipare sia alla semifinale dei 100 metri che alle gare dei 200 metri, lasciando così aperta la possibilità di un suo forfait anche ai Mondiali di Tokyo in programma a settembre. Tuttavia, grazie al titolo mondiale conquistato nel 2023, la sprinter mantiene il diritto di partecipazione ai mondiali giapponesi tramite una wild card.
Aggressione e arresto per Sha’Carri Richardson, star dell’atletica Usa: cosa è successo
Secondo il verbale della polizia, la vicenda sarebbe nata da un acceso litigio tra Richardson e il suo fidanzato, il velocista Christian Coleman, anch’egli campione del mondo dei 100 metri nel 2019. Le immagini di videosorveglianza avrebbero mostrato la sprinter spingere Coleman con forza, facendolo urtare contro una colonna, oltre a lanciare contro di lui un oggetto simile a un paio di cuffie. Coleman, tuttavia, si è rifiutato di sporgere denuncia o di collaborare alle indagini.
Nonostante il fermo e l’arresto, Richardson sarebbe apparsa tranquilla e sorridente nelle fasi iniziali delle gare, ma alla notizia dell’arresto ha preferito ritirarsi dalle competizioni. Già nel 2021 la sprinter era stata al centro di una vicenda che l’aveva esclusa dai Giochi di Tokyo per una positività al metabolita della marijuana.