Alberto Tomba non è stato solo un campione di sci: è stato un’icona che ha saputo trasformare ogni pista in uno spettacolo e ogni gesto in una storia. Tra vittorie clamorose, eccentricità inconfondibili e una vita privata spesso sotto i riflettori, il campione bolognese continua a raccontarsi nella sua autobiografia Lo slalom più lungo, offrendo uno sguardo autentico sul prezzo della fama e sulla passione che lo ha sempre guidato.
La leggenda dello sci Alberto Tomba e il suo racconto di vita
Alberto Tomba, che per decenni ha infiammato le piste di tutto il mondo, continua a far parlare di sé, questa volta attraverso la sua autobiografia Lo slalom più lungo. Intervistato dal Corriere della Sera, ha ripercorso momenti fondamentali della sua carriera e della vita privata, offrendo scorci inediti e riflessioni sincere. Ricordando il ritiro a 31 anni, ha ammesso:
“Ero stanco. Stressato. Gli allenamenti, le gare, i viaggi in macchina. La pressione continua. Dover vincere sempre. Alla prima caduta diventavo Alberto Tombola. Io ero umile, semplice, genuino. Ma non cambierei una virgola. È stato tutto bellissimo”.
Nella biografia, Tomba non risparmia ricordi di Coppe del Mondo sfuggite per regolamenti ingiusti o per strategie avversarie, come quelle dei colleghi di Pirmin Zurbriggen:
“In troppi scesero lenti, svogliati. Qualcuno si è fermato proprio, pur di non far vincere il cittadino“.
Nonostante le critiche e le accuse di preferire la vita mondana alla neve, il campione ribadisce la dedizione agli allenamenti e l’intensità delle gare:
“Anche a me batteva forte il cuore. E poi la tv schiaccia la pendenza, il telespettatore non si rende conto di cosa significa gettarsi in pista: è come cadere in un burrone“.
Tra aneddoti curiosi e gesti eccentrici, come la discesa in canottiera, pantaloncini e cravatta nell’ultima gara della Coppa del Mondo 1995, Tomba ha sempre mostrato il suo lato imprevedibile e carismatico. La sua personalità fuori dal comune e i rapporti non sempre cordiali con la stampa hanno consolidato l’immagine di un campione che, pur essendo bolognese e cittadino, riusciva a imporsi in un mondo dove “il campione doveva essere montanaro, silenzioso“.
“È successo in sauna”. Alberto Tomba e la confessione personale mai rivelata
Fuori dalle piste, la notorietà non lo risparmiava dalle speculazioni giornalistiche:
“Se le notizie non c’erano, se le inventavano. Scrissero che avevo una storia con Katarina Witt, la pattinatrice, solo perché a Calgary ero andato a vedere la sua gara. Arrivarono a fotografarmi nudo in sauna, e a pubblicare le immagini. Una vigliaccata“.
Tra pettegolezzi infondati e soprannomi fantasiosi come «Sex Bomb», il legame con Martina Colombari rimane uno dei ricordi più dolci:
“Era bellissima, e fu una storia bellissima… Ci lasciammo perché c’era troppa pressione mediatica. Sempre i riflettori addosso. Mai un po’ di privacy“.
Nonostante tutto, la sua carriera e la sua vita rimangono una testimonianza di passione, talento e autenticità.