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Amazon, i dipendenti fanno pipì nelle bottigliette

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I sindacati denunciano le condizioni di lavoro dei dipendenti di Amazon, costretti a fare pipì nelle bottiglie per non perdere tempo.

Il colosso commerciale Amazon è di nuovo nell’occhio di bue per le accuse da parte dei dipendenti, che lamentano condizioni di lavoro alienanti e deprimenti. Da una ricerca di Organise, emerge che molti lavoratori fanno pipì nelle bottiglie pur di non perdere tempo per recarsi in bagno e rispettare gli obiettivi proibitivi posti dall’azienda miliardaria. Il giornalista sotto copertura James Bloodworth racconta la sua esperienza, mentre i sindacati si scatenano.

Le condizioni dei dipendenti di Amazon

Il sondaggio effettuato dalla britannica Organise sulle condizioni nelle quali Amazon fa lavorare i propri dipendenti è a dir poco sconvolgente. La società ha intervistato gli operai del magazzino di Rugeley, nello Staffordshire, a nord dell’Inghilterra. Almeno la metà di loro soffre di depressione da lavoro e in otto hanno confessato di avere avuto tentazioni suicide.

Non solo. I dipendenti hanno rivelato di essere costretti a fare pipì in bottigliette di plastica per evitare di recarsi ai bagni e perdere tempo. Gli obiettivi posti dall’azienda devono essere infatti raggiunti senza sgarri, pena sanzioni o il licenziamento.

Il giornalista sotto copertura James Bloodworth ha voluto rivelare le scioccanti scoperte in un libro-denuncia nel quale narra la sua esperienza, dopo un mese nelle vesti di lavoratore di Amazon. Secondo quanto riportato dal giornalista, i dipendenti vengono continuamente monitorati da supervisori, incaricati di assicurare l’efficienza del reparto e di limitare al minimo le perdite di tempo. Come spiega Bloodworth “i bagni molto spesso potevano risultare anche a dieci minuti di distanza dalla postazione di lavoro o anche a quattro piani sotto o sopra. Questo non faceva che scoraggiare il lavoratore nell’andare fisicamente in bagno per non incorrere in sanzioni o altro”.

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Inoltre, nel libro viene specificato che i dipendenti sono controllati per tutta la durata del turno attraverso un sistema di sicurezza e scanner in grado di rilevare possibili furti dei prodotti in lavorazione. Bloodworth ha dichiarato che talvolta vengono addirittura perquisite le auto dipendenti prima che questi lascino il posto di lavoro. Ai lavoratori, durante il turno, viene vietato di portare con sé smartphone e occhiali da sole, per di più non possono indossare alcuni capi specifici, come felpe con cappuccio.

La risposta di Amazon alle accuse è stata la stessa data in occasione delle precedenti denunce. L’azienda si è dichiarata riluttante a credere a quanto scritto e riportato dai giornalisti, affermando di impegnarsi ogni giorno per garantire condizioni di lavoro ottimali a tutti i dipendenti.