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Anniversario della nascita del MSI: dopo la Rauti, anche La Russa festeggia. È polemica

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Il Pd chiede le dimissioni del presidente del Senato Ignazio La Russa che ha celebrato sui social l’anniversario della nascita del MSI.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa, dopo Isabella Rauti, ha celebrato l’anniversario della nascita del MSI: l’episodio ha fatto scatenare il Partito Democratico che ha chiesto le dimissioni immediate dei due politici del centrodestra.

Anniversario della nascita del MSI: dopo la Rauti, anche La Russa festeggia. È polemica

Non solo la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti. Anche Ignazio La Russa, presidente del Senato e seconda carica dello Stato, ha festeggiato l’anniversario della nascita del Movimento Sociale Italiano, partito di ispirazione neofascista. Su Instagram, nella giornata di mercoledì 28 dicembre, La russa ha scritto: “Nel ricordo di mio padre, che fu tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse il MSI per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana”.

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Un post condiviso da Ignazio La Russa (@ignazio.larussa)

Il gesto del presidente del Senato, membro di spicco di Fratelli d’Italia, ha generato un’ondata di critiche provenienti soprattutto dai partiti dell’opposizione. In molti, infatti, hanno chiesto che La Russa rassegnasse le sue dimissioni mentre altri hanno ricordato alla seconda carica dello Stato che la Repubblica italiana e la sua Costituzione sono nate dalla resistenza e dall’antifascismo.

Il Pd condanna il post di La Russa per l’anniversario della nascita del MSI

Contro La Russa si è scagliata la deputata del Partito Democratico Laura Boldrini. “La Russa esalta il Msi, partito neofascista e i suoi fondatori. Il Presidente del Senato della Repubblica nata dalla Resistenza non può mortificare la Costituzione antifascista. Zero senso delle istituzioni. Svilita la seconda carica dello Stato. Si dimetta”, ha detto.

Stefano Vaccari, altro deputato dem, invece, ha affermato: “Solo qualche giorno fa hanno giurato sulla Costituzione antifascista ed ora esaltano fondatori, nascita e storia del Msi. Isabella Rauti e Ignazio La Russa sono incompatibili con i loro ruoli di governo e istituzionali. Una deriva culturale inqualificabile. Dimissioni!”.

Il senatore del Pd, Walter Verini, ancora, ha tuonato: “Celebrare fascismo e fascisti, come fanno La Russa, Rauti, è offensivo per l’Italia democratica. Loro stanno lì perché i partigiani hanno vinto contro i fascisti, contro gli Almirante e i Rauti padre. Meloni: ipocrita piangere per le leggi razziali e avallare questo schifo”.

L’intervento del portavoce del presidente del Senato

Su quanto accaduto, è intervenuto il portavoce del presidente del Senato Emiliano Arrigo che ha tentato di sedare le polemiche. “Mi domando se chi strumentalmente sta polemizzando contro il Presidente del Senato abbia veramente letto il suo post nel quale ricorda il padre che – testuale – ‘scelse con il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana’. La piena adesione del Msi alla democrazia e al Parlamento è storia e nessuno può negarla”, ha detto.

Le proteste di Anpi e della Comunità ebraica di Roma

Ma le polemiche non sono scemate. Il post incriminato è stato ripreso anche dall’Associazione nazionale dei partigiani italiani (Anpi). Condannando le parole di La Russa, il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo ha dichiarato: “Il suo post è uno sfregio alle istituzioni democratiche. Con tutto il rispetto per i suoi affetti familiari, l’onorevole La Russa non ha ancora capito che è il presidente del Senato della Repubblica antifascista e non il responsabile dell’organizzazione giovanile del Msi”.

Indignata anche la Comunità ebraica di Roma. Intervenendo sulla vicenda, la presidente Ruth Dureghello ha sottolineato: “Quando si ricoprono ruoli istituzionali il nostalgismo assume contemporaneamente contorni gravi e ridicoli. Non sono accettabili passi indietro, soprattutto dalla seconda carica dello Stato. La Repubblica italiana è antifascista e quando si giura sulla Costituzione lo si dovrebbe fare sapendo che non possono più esistere ambiguità o incoerenze in merito”.