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Asti: mamma di Ousman parteciperà alla nozze, ok a visto

Ousman

Dopo i molti appelli e interventi, concesso il visto alla mamma di Ousman Fanneh, un rifugiato del Gambia che si sposerà il 3 luglio.

Presenziare alle nozze del figlio non può essere considerato un rischio migratorio. Dopo vari appelli e interventi politici, deve averlo capito anche la nostra ambasciata, che inizialmente aveva negato il visto turistico alla mamma di Ousman Fanneh, un cittadino del Gambia arrivato e regolarizzato in Italia in quanto perseguitato politico. Dopo il lavoro, come interprete presso la Caritas, il giovane ha anche trovato l’amore. Il 3 luglio Ousman si sposerà infatti con Roberta Margari, impiegata villanovese e figlia dell’assessore Giuliano Margari. Ma al matrimonio rischiava di non poter partecipare la mamma del rifugiato, rimasta in Gambia ad accudire i figli più piccoli.

Visto negato a mamma di Ousman

Ousman Fanneh, dopo aver ottenuto lo status di rifugiato politico, era balzato agli onori della cronaca per aver restituito un portafoglio con dentro 1.195 euro. “Quei soldi non erano miei. Mia mamma mi ha sempre insegnato a restituire tutto quello che trovavo e non volevo che chi aveva perso il portafoglio si sentisse triste” aveva spiegato il giovane, originario del Gambia.

Proprio la mamma, però, rischiava di dover rinunciare al matrimonio del figlio. Ousman in Italia ha infatti trovato anche l‘amore. Il 3 luglio prossimo si sposerà con Roberta Margari, impiegata a Villanova d’Asti dove vivono entrambi, figlia dell’assessore Giuliano Margari. I due si conoscono da circa quattro anni, e lei ha già conosciuto la nonna di Ousman, un anno fa, in Senegal.

La mamma invece vive ancora in Gambia, dove regna la dittatura militare e la guerra civile. E’ rimasta lì per accudire gli altri figli, ma pensava che almeno il giorno del matrimonio di Ousman la famiglia si sarebbe potuta riunire. La futura nuora si attiva per far ottenere alla madre di Ousman un visto turistico, anche attraverso l’intermediazione di un’agenzia specializzata. A metà giugno però la doccia fredda. L’ambasciata italiana a Dakar, da cui dipendono anche i visti per i cittadini in arrivo dal Gambia, nega il permesso. Secondo le autorità, ci sarebbe un “rischio migratorio”.

Gli appelli

La notizia rimbalza sulle pagine di cronaca di molti media locali e nazionali, tra cui il giornale dei vescovi Avvenire. “Noi non abbiamo chiesto un trasferimento definitivo – denunciava la futura sposa – ma un semplice visto turistico di 30 giorni. Rimaniamo sbalorditi, abbiamo fornito tutta la documentazione richiesta: ho firmato e allegato una fideiussione bancaria, assicurazione sanitaria, atto di proprietà e ospitalità della nostra casa, pubblicazioni di matrimonio, buste paga, cud, documenti personali, tutto pagando bolli, certificati e l’agenzia che ci ha aiutato nella pratica. E nonostante tutto questo, il visto ci è stato rifiutato”.

La coppia aveva lanciato anche un appello al ministro dell’Interno Matteo Salvini, a cui chiedevano: “Come può una persona onesta, la mia futura suocera Jainaba Drammehé, gambiana, lasciare il suo Paese regolarmente con un visto turistico per partecipare al matrimonio del figlio?”. Ad attivarsi però è stato il sindaco di Villanova d’Asti, Christian Giordano, che si è fatto “garante del fatto che la futura suocera di Roberta lascerà l’Italia entro il 28 luglio”.

Dopo questa decisione, l’ambasciatore Francesco Paolo Venier si era detto disponibile a rivedere la sua decisione. Ed infatti, quasi in extremis, arriva il permesso per Jainaba Drammehé di entrare in Italia e presenziare al matrimonio del figlio.