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Belluno, morte sul lavoro: operaio perde la vita in alta quota

Belluno morto operaio

L'uomo lavorava alle dipendenze della società funivie Arabba. Sarebbe rimasto impigliato nel sistema fune carrucola.

Un nuovo dramma si è consumato sul lavoro. È successo nelle vicinanze del rifugio Padon, in provincia di Belluno, dove un operaio, Massimo Crepaz, ha perso la vita alla prematura età di 57 anni nella mattinata di lunedì 4 settembre. Stando a quanto si apprende, l’uomo che era un dipendente della società funivie Arabba, stava operando sul 13esimo pilone dell’impianto. Il 57enne è tuttavia rimasto impigliato nel sistema fune-carrucola. Lascia una moglie. Aveva inoltre due figlie.

Belluno, morto operaio di 57 anni: cosa è successo

Non sarebbe ancora chiara la dinamica della vicenda sulla quale la Procura di Belluno ha avviato le indagini ed è al vaglio del Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro (Spisal) dell’Ulss 1 1 Dolomiti. Stando a quanto emerge da prime informazioni sull’accaduto, il moschettone al quale viene assicurata l’imbracatura si sarebbe impigliato alla fune. Durante la fase di risalita, la vittima avrebbe terminato la corsa, finendo schiacciata. Intervenuto sul posto l’elisoccorso del 118. Ogni sforzo per salvare l’uomo è stato tuttavia vano.

CISL: “Servono procedure di sicurezza più severe”

Il segretario generale della CISL Belluno, Massimiliano Paglini – riporta “Il Corriere delle Alpi” – ha chiesto che vengano predisposte “procedure di sicurezza più severe per la manutenzione degli impianti e per tutti i cantieri, così come regole e pene più rigide per punire i responsabili delle morti e degli infortuni”. Nel denunciare l’accaduto ha anche osservato: “Se sarà appurato che alla base della morte dell’uomo che stava lavorando su un palo della seggiovia vi è stato un errore di comunicazione ci domandiamo quale sia il valore della vita umana di un padre di famiglia di 57 anni che non farà più rientro a casa”.