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Pavia, bimbo nasce in auto con le istruzioni del 118

Pavia

A Pavia un bimbo è nato in auto grazie al suo papà, che ha seguito con scrupolosità le istruzioni fornite da un operatore del 118

Per far nascere suo figlio, il neo papà ha seguito le istruzioni che gli suggeriva al telefono un operatore del 118 di Pavia. Così è potuto venire al mondo in modo del tutto originale il piccolo Gabriele a Gropello Cairoli, un comune della Lomellina vicino appunto alla cittadina pavese. Il bimbo, che pesa circa tre chili, sta benissimo. Si trova in buone condizioni anche la sua mamma. Arrivata all’ottavo mese di gravidanza, la donna aveva iniziato ad accusare le contrazioni, ma non era riuscita ad arrivare in ospedale.

A quel punto il marito ha chiamato il 118. Un’ambulanza è partita subito in direzione Gropello. Nel frattempo, però, il papà aveva richiamato il 118, perché aveva iniziato a vedere la testa del piccolo che stava già facendo capolino. A questo punto è stato lui a prendere in mano la situazione e a far partorire la moglie. “Guidato” al telefono dall’operatore del 118, il neo papà ha così portato alla fine il travaglio della moglie. Mamma e figlio sono poi stati portati in ambulanza nel reparto di ostetricia del Policlinico San Matteo di Pavia.

Stessa avventura anche all’Aquila

L’episodio, per quanto singolare, non è certo il primo. Anche all’Aquila, qualche mese fa, una donna incinta aveva chiamato l’ambulanza che non era riuscita ad arrivare in tempo utile. Così, anche in quel caso, il piccolo Tommaso era nato grazie agli operatori del 118. I quali avevano dato istruzioni telefoniche al papà. I medici, per quanto possibile, avevano istruito il genitore a distanza. Lui, con freddezza e determinazione, era riuscito a compiere i movimenti lenti tipici del parto, che conosceva solo in teoria.

Va in ogni caso precisato che dare consigli medici a chi si trova a casa in difficoltà rientra nella normalità per gli addetti del servizio del 118. Nel caso dell’Aquila, dunque, è possibile che il giovane padre, istruito a dovere, abbia anche seguito la prassi di far piangere il neonato con un buffetto. Lo scopo, come risaputo, è quello di far espellere il muco e liberare così le vie aeree. Permettendo al piccolo di respirare meglio e di entrare nella sua nuova realtà. Il resto lo hanno poi fatto la natura e il destino. Che non hanno messo altri intoppi oltre a quelli che erano stati superati in entrambe le situazioni con tanta lucidità.

Sempre nella vicenda dell’Aquila, era stato addirittura lo stesso neo papà a rassicurare amici e parenti su Facebook. “Sfortunatamente il parto è stato un poco complicato. Praticamente è uscito dentro casa. corsa in ambulanza tra ghiaccio e neve. Adesso il piccolo è ricoverato in Neonatologia per accertamenti, anche perché è arrivato con la temperatura corporea molto bassa. Speriamo bene, io sto morendo. È proprio vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno. Oggi ho scoperto di averne proprio tanti che anche con una semplice parola, un semplice simbolo mi sono stati vicino in un momento un po delicato. Vi ringrazio tutti dicendovi anche che mamma e figlio stanno bene, ancora grazie».