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Bocciato l'emendamento della Lega sul terzo mandato

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A votare contro l'emendamento sono stati Fratelli d'Italia, Forza Italia, Pd, M5s e Avs

Bocciato l’emendamento della Lega al dl elezioni sul terzo mandato per i governatori delle regioni. In commissione Affari costituzionali si sono espressi contro la proposta Fratelli d’Italia e Forza Italia sostenuti da Pd, M5s, Avs. A sostegno della Lega ha invece votato Italia viva.

Nel complesso ci sono stati 4 voti favorevoli, 16 contrari, un astensione e un non ha partecipato.

Le parole di Zaia

Afferma Luca Zaia, governatore del Veneto, a proposito della bocciatura dell’emendamento: “Prendo atto del voto. La strada è ancora molto lunga… Natura non facit saltus.”

Oltre al terzo mandato è stato messo da parte anche l’emendamento Damiani-Lotito che prevede l’ineleggibilità dei funzionari amministrativi che abbiano potere di gestione al momento della loro candidatura.

L’intervento di Toti

Sull’argomento è intervenuto anche il Presidente della Liguria Giovanni Toti che afferma: “Sento con grande faccia tosta parlamentari, che sono in Parlamento dagli anni Novanta del secolo scorso, una trentina d’anni mal contati, concionare contro il terzo mandato di sindaci e amministratori che sono sul territorio, il vincolo del terzo mandato non esiste in nessuno Stato d’Europa.”

Continua: “Il sindaco di Bordeaux è stato in carica per cinquant’anni, il sindaco di Hannover per trentaquattro anni, quello di Nizza lo è da molti anni, nessuno si è mai posto il problema. Perlopiù in un Paese come l’Italia dove ci sono ministri, parlamentari, presidenti del Consiglio, che si sono avvicendati per decenni, addirittura il presidente della Repubblica sta facendo un secondo mandato e ne sono lieto”.

Conclude: “Si sta creando uno scontro tra la periferia e il centro, tra un parlamento scelto perlopiù dalle segreterie dei partiti e quasi tutti i sindaci delle grandi città e i governatori dei territori, che dicono ‘lasciamo scegliere gli elettori’, a me sembra talmente semplice questa cosa, il terzo mandato fu un vincolo messo in un’altra epoca per inseguire un populismo un po’ come quello grillino.”