La notte del 27 maggio a Bologna si tinge di giallo. Lorenza Scarpante, 56 anni, è stata fermata dai carabinieri. È la moglie di Giuseppe Marra, il 59enne trovato morto nel loro appartamento di via Zanolini, con ferite alla testa.
Indagini a Bologna per l’omicidio di Marra: fermo della moglie
Un colpo che ha sconvolto il quartiere.
La Procura, guidata dalla pm Manuela Cavallo, ha disposto il fermo per omicidio aggravato di Giuseppe Marra. La moglie della vittima, assistita dall’avvocato Cristiana Soverini, come riporta leggo.it, respinge le accuse. Dice di aver trovato il marito senza vita quella mattina, dopo essersi svegliata. Racconta di essere sotto choc, di aver risposto a tutte le domande durante l’interrogatorio, durato fino a tarda notte.
I carabinieri, intanto, non mollano la presa. Hanno passato al setaccio i cassonetti vicino casa, alla ricerca dell’arma del delitto, ma senza successo. L’appartamento non mostra segni di effrazione. Niente è stato rubato, c’erano telefoni e cellulare, tutto al suo posto. Ma in casa sono state trovate tracce di sostanze stupefacenti, ora sotto analisi. Anche l’auto della coppia è stata sequestrata per accertamenti tossicologici. La loro vita si svolgeva tra due mondi: da qualche anno avevano lasciato Aosta per stabilirsi a Bologna, dove gestivano un negozio di cannabis legale in centro. Una coppia con due figli, che ha attraversato momenti difficili, con liti udite dai vicini, ma sembrava che il peggio fosse passato. Eppure, qualcosa è andato storto.
Omicidio Marra a Bologna: le dinamiche della morte avvolte nel mistero
Dietro la facciata di una vita apparentemente normale nella città di Bologna, forse si nasconde un caso che tiene tutti col fiato sospeso. Il rapporto tra Lorenza e Giuseppe era segnato da tensioni? Non lo sappiamo per il momento. Lei, ex gestore di un locale ormai chiuso; lui, ex dipendente pubblico in Valle d’Aosta. Due persone con un passato comune ma un presente difficile. Le autorità stanno scavando in ogni dettaglio, provano a capire cosa sia successo in quella casa al terzo piano.
Il fermo della moglie è un passo importante, ma non chiude il caso. La differenza di corporatura tra i due, fatta notare dall’avvocato, aggiunge ulteriori dubbi. Cosa è successo davvero quella notte? Perché sembrerebbero esserci tracce di droga? E soprattutto, chi ha inflitto le ferite mortali a Giuseppe? La città aspetta risposte, mentre gli inquirenti continuano le indagini, tra interrogatori, perizie e testimonianze. Un puzzle ancora da completare.