Redazione Notizie.it Il servizio di messaggistica Whatsapp è stato ancora sospeso in Brasile per alcune ore dopo l’ordinanza del giudice. Si sono aperti molti dibattiti.
Per quattro ore un giudice in Brasile ha sospeso il servizio Whatsapp in tutto il paese. Essa, siccome è stata ritenuta una decisione che limita molto la libertà di espressione, ha suscitato molto scalpore in tutto il mondo. E’ il terzo blocco in sette mesi per Whatsapp e si è ritenuto giusto ricorrere alla Corte Suprema grazie al ricorso fatto dal Partito Popolare Socialista. Il maggio scorso era successo un caso analogo e per questo la formazione politica ha deciso di intervenire il prima possibile.
Proprio in questo ultimo caso era stato arrestato Diego Jorge Dzodan, vice presidente di Facebook in Brasile. L’azienda di Zuckerberg possiede anche Whatsapp ed è stata incriminata per intralcio alla giustizia: secondo il giudice non avrebbe fornito informazioni e le chat di due pericolosi trafficanti di droga. Il servizio si è difeso dicendo che in realtà le chat sono private e non sono in possesso di alcun dato o conversazioni e non possono inoltre condividerlo.
Si è riaperto un dibattito che è in voga da diversi anni: è possibile ledere la privacy dei clienti per fini pratici? Chi dovrebbe decidere cosa condividere e cosa no? Domande che solo in futuro si potranno dare delle risposte.
