Nuovo emendamento del governo sul decreto rave. Cambia il testo e cambia anche il numero dell’articolo: diventa il 633 bis (prima era il 434 bis) ed è un reato collegato (anche) all’utilizzo di sostanze stupefacenti.
Il divieto nel testo dell’emendamento
Si riferisce a «chiunque organizza e promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici e privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento», in considerazione di atti che sfociano in concrete possibilità di pericolo per la salute e l’incolumità pubblica, legati all’inosservanza di norme sulla droga, sulla sicurezza e sull’igiene. Sulla deposizione dell’emendamento, il ministro della giustizia Carlo Nordio ha commentato: «Con quest’emendamento al decreto legge anti rave, il governo perfeziona la norma, rendendo più efficace il contrasto delle condotte illecite che si vuole perseguire».
La pena per chi trasgredisce
Resta la pena massima di sei anni. Pertanto rimane ugualmente possibile per le forze dell’ordine attivare indagini per tramite di intercettazioni telefoniche sui presunti promotori od organizzatori dell’evento. Se la reclusione va da un minimo di tre anni a un massimo di sei, è prevista anche una multa da mille a diecimila euro, insieme alla confisca di cose e oggetti che riguardano la destinazione del reato, che si tratti di mezzi, prodotti o profitti.