Perché? Perché avrebbe visto e sentito la giornalista LAURA CASON, espertissima di traffico autostradale, movimenti vacanzieri e rituali di festa da Trieste in giù, intervistare un noto (forse IL PIU’ NOTO psichiatra italiano) e fagli una domanda sul “bonus psicologo”, con tanto di insegna INPS in bella mostra e una sbandata da far perdere veramente la testa.
In pratica la CASON ha commesso il più classico degli svarioni per chi si di scienza senza saperne a dovere: confondere uno psicologo con uno psichiatra. Che non è grave. E’ di più. E’ roba da ignoranti, nel senso letterale del termine: chi ignora la differenza tradisce la fiducia del pubblico e diffonde confusione in un ambito che richiede rigore. E se lo fai dal pulpito di un telegiornale come il TG1, allora la sua non è solo ignoranza: è superficialità.
In un Paese come il nostro, che conta 18 milioni di persone affette da disturbi mentali, chi parla di salute mentale ha il dovere sapere di cosa parla. Chi non lo sa, farebbe meglio a tacere e studiare.
E, allora, forse è bene ricordare alla Signora CASON, al suo direttore CHIOCCHI e al caporedattore di turno che “vistato” quel servizio che c’è una differenza enorme, abissale, tra uno psicologo e uno psichiatra.
Chi li confonde, con imbarazzante leggerezza, fa un errore che non è solo goffo: è grave, offensivo e culturalmente inaccettabile. Una svista gigantesca, che tradisce la fiducia del pubblico e calpesta anni di lavoro scientifico e professionale.
Dunque, Dottoressa cara (se lo è, ce lo dicesse lei perché le fonti pubbliche non lo dicono!), se crede prenda nota e ci eviti in futuro pietose ripetizioni di quanto ha già fatto vedere e sentire giorni fa.
Ebbene, lo psicologo è un laureato in Psicologia, abilitato e iscritto all’albo professionale. Studia i processi mentali, emotivi e comportamentali, lavora sulla relazione, sulla parola, sulle dinamiche interiori e sui meccanismi cognitivi. Non prescrive farmaci, perché non è un medico. Si occupa del benessere psicologico, aiuta a comprendere, a cambiare, a ritrovare equilibrio e consapevolezza.
Lo psichiatra, invece, è un medico a tutti gli effetti: laurea in Medicina e specializzazione in Psichiatria. È il professionista che affronta la malattia mentale sul piano biologico, studia il cervello, i neurotrasmettitori, le disfunzioni organiche. È colui che può prescrivere farmaci, fare diagnosi cliniche, intervenire dove la sofferenza diventa patologia. È la figura che si occupa di depressioni gravi, psicosi, disturbi bipolari.
Insomma, cara CASON, non è una sfumatura e nemmeno questione di lana caprina, è un abisso.
Uno lavora sulla mente, l’altro sul cervello. Uno ti aiuta a funzionare meglio, l’altro ti cura quando la mente si ammala. Entrambi fondamentali, ma con ruoli diversi, strumenti diversi, responsabilità diverse.
Eppure, ogni volta che in un telegiornale (il TG1 l’ha fatto venerdì 7 ottobre grazie alla Signora CASON) confonde i due termini, compie un atto di barbarie culturale. Interrogare uno psichiatra sul “bonus psicologo” è come dire che il meteorologo e l’astronomo fanno lo stesso mestiere perché entrambi guardano il cielo. Disinformazione pura e sviante.
Confondere psicologo e psichiatra significa generare confusione sulla salute mentale, banalizzare la sofferenza delle persone e delegittimare due professioni che lavorano per restituire dignità, equilibrio e speranza. È come dire che l’architetto e l’ingegnere sono la stessa cosa solo perché entrambi “costruiscono case”. Ecco, sì: la stessa leggerezza, la stessa ignoranza travestita da opinione.
La verità è che chi parla di salute mentale davanti a un pubblico ha un obbligo morale: sapere di cosa parla. Servono competenza e rispetto e la superficialità, in questo campo, non è una colpa minore: è una forma di irresponsabilità sociale. Perché le parole contano e ridurre la psicologia a “chiacchiere da bar” o la psichiatria a “pillole della felicità”, non sta solo sbagliando lessico: sta diffondendo ignoranza, che può fare più danni di una malattia. In un’epoca in cui milioni di persone combattono contro ansia, depressione e disturbi psicologici, questa superficialità è indecente, fino ai limiti della vergogna. Viva la Rai! Viva il Tg1!