Massimo Giletti, aggredito mentre svolgeva il suo lavoro di giornalista, è stato colpito in strada a Roma durante un servizio per “Lo stato delle cose” su Rai3. L’episodio, drammatico e inaspettato, verrà mostrato integralmente nella prossima puntata.
Colpito con un pugno in faccia: Massimo Giletti aggredito a Roma
Massimo Giletti è stato vittima di un’aggressione mentre lavorava a un servizio investigativo sul caso di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel 1983 a Roma.
Il conduttore è stato colpito con un pugno da un ex agente dei servizi segreti durante un tentativo di intervista in via del Corso.
Le immagini mostrerebbero Giletti che cerca di rivolgere domande precise all’uomo, il quale inizialmente cerca di sottrarsi al confronto per poi reagire con violenza. Il video integrale sarà trasmesso nella puntata di “Lo stato delle cose” su Rai3 dell’8 dicembre.
Il conduttore ha raccontato: “Non ho perso la mia voglia di fare il giornalista di strada. Con tutti i rischi del caso“. Ricordando episodi simili del passato, Giletti ha citato Minoli: “I giornalisti di strada sanno quello che succede quando fai domande scomode“, e ha aggiunto come, nonostante l’aggressione, non si sia lasciato intimidire e abbia continuato il suo lavoro investigativo.
Colpito con un pugno in faccia: Massimo Giletti aggredito, la ricostruzione dei fatti
L’uomo che ha colpito Giletti è un ex agente del Sisde, già ascoltato in Commissione Orlandi pochi giorni fa. La vicenda si intreccia con un precedente avvertimento ricevuto da Mario Meneguzzi, zio di Emanuela Orlandi, che era stato informato di essere pedinato dalla polizia. Questo avviso sarebbe stato trasmesso da Giulio Gangi, oggi deceduto, che collaborava proprio con l’ex agente protagonista dell’aggressione.
Il giornalista ha spiegato: “C’è molto di più nel video – questo signore appartiene a un gruppo di uomini dei servizi che avvisarono lo zio di Emanuela Orlandi che era pedinato. La domanda è: perché lo avvisarono? Questo è il grande punto interrogativo“. L’obiettivo del servizio è indagare ulteriormente su questa pista familiare, convinti che fino a oggi non sia stata esplorata a sufficienza.
Giletti sottolinea l’importanza di approfondire: “Sono i rischi del mestiere del giornalista che va a cercare determinate notizie con personaggi delicati e non abituati a rispondere alle domande vere” e conferma di non aver reagito con violenza, per evitare di peggiorare la situazione.
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