> > Come si andrà a votare il 25 settembre e come sarà il Parlamento “small”

Come si andrà a votare il 25 settembre e come sarà il Parlamento “small”

Il 25 settembre ci sarà un voto politico cruciale per l'Italia

La Camera dei deputati passerà da 630 a 400 seggi e il Senato da 315 a 200: ecco come si andrà a votare il 25 settembre e come si farà con le commissioni

Fra vecchi dubbi irrisolti e nuove certezze ecco come si andrà a votare il 25 settembre e come sarà il Parlamento “small”. Le novità e le “vecchie regole” dell’appuntamento elettorale scaturito dalla crisi del governo guidato da Mario Draghi fanno parte di un “piccolo vademecum” che conviene riassumere. Innazitutto il preambolo storico: la caduta del governo di Mario Draghi ha innescato lo scioglimento delle due Camere da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella e la fissazione delle elezioni anticipate per il 25 settembre 2022.

Come si andrà a votare il 25 settembre

Veniamo alle novità formali: si tratterà della prima volta del voto in autunno e della prima volta del nuovo Parlamento dopo la riforma costituzionale. Quale? Quella del 2020 che diminuisce di un terzo i parlamentari, e qui andiamo nelle novità sostanziali: la Camera dei deputati passerà da 630 a 400 seggi, il Senato da 315 a 200 e si potrà votare per il Senato già a 18 anni.

Meno scranni e il nodo delle Commissioni

Attenzione: i posti disponibili sono di meno ma nessuno li ha mai adeguati al taglio le commissioni, quindi ci si avvia all’ennesimo rebus che però ha una soluzione speed: prima delle elezioni si dovranno approvare alcuni correttivi fra cui proprio la riduzione delle commissioni permanenti da 14 a 10, il superamento della base regionale per elezione dei senatori a favore di quella circoscrizionale. E ancora: la riduzione da 3 a 2 delegati regionali per l’elezione del presidente della Repubblica. E la legge elettorale? Neanche quella è stata cambiata, quindi si andrà a votare con il cosiddetto Rosatellum, un sistema misto tra maggioritario e proporzionale decisamente non molto “amico” della governabilità certa del paese.