Le corse clandestine di cavalli rappresentano una piaga ancora radicata in diverse aree del Paese, dove passione, scommesse illegali e maltrattamenti animali si intrecciano in un circuito sommerso. Nonostante i controlli sempre più serrati delle forze dell’ordine, queste gare continuano a essere organizzate su strade di campagna o periferiche, mettendo in pericolo animali, partecipanti e spettatori.
L’ultimo episodio, scoperto nel Catanese, dimostra quanto il fenomeno sia tutt’altro che estinto.
Corsa clandestina di cavalli interrotta da un incidente a Camporotondo Etneo
Due fantini originari del Messinese, rispettivamente di 50 e 37 anni, sono stati denunciati dalla Squadra a Cavallo della Questura di Catania per aver organizzato una competizione clandestina l’11 ottobre scorso a Camporotondo Etneo.
La gara, disputata con calessi trainati da cavalli nella zona nota come “le piscine” si è conclusa bruscamente a causa di un violento incidente che ha coinvolto uno degli animali e alcune motociclette che seguivano la corsa a velocità sostenuta. Le immagini, riprese con uno smartphone da uno dei presenti, hanno documentato le fasi concitate della competizione e mostrerebbero i cavalli spronati con frustate mentre venivano circondati da scooter che suonavano i clacson per incitarli a correre più forte.
Corsa clandestina di cavalli: denunciati due fantini
Dopo la diffusione del video sui social e nelle chat, la polizia ha avviato una serie di accertamenti nelle scuderie e nelle stalle della zona etnea per ricostruire i fatti e verificare le condizioni degli animali. I due fantini, messi alle strette dalle indagini, si sarebbero presentati spontaneamente agli investigatori, ammettendo di aver organizzato e partecipato alla corsa.
I cavalli coinvolti, di 5 e 10 anni, sono stati sottoposti a controllo veterinario e posti sotto fermo sanitario in attesa di ulteriori esami. Gli animali, come riportato dall’ANSA, di provenienza francese e italiana e del valore stimato di circa 15.000 euro ciascuno, risultano essere “scarti di pista”, ovvero esemplari esclusi dalle competizioni ufficiali per prestazioni non sufficienti, spesso rivenduti a scuderie dove, talvolta, vengono impiegati in gare illegali.
L’intera vicenda è ora al vaglio della Procura di Catania, che coordina le indagini in corso.