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Covid, Crisanti: "Quarta dose sicuro. Spero non serva quinta dose vaccino"

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Crisanti fa il punto sul covid in Italia e sottolinea come con vaccini più duraturi si potrebbe considerare chiuso il capitolo della pandemia.

Il microbiologo dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, ha fatto il punto sulla stato della pandemia da covid in Italia sottolineando come ci siano al momento le possibilità che gran parte della popolazione possa vantare un’elevata copertura contro la malattia. Se ci sarà da fare la quarta dose, la faremo – ha detto il professore in diretta su La7 – Spero non ci sia bisogno della quinta dose. Bisogna investire su vaccini duraturi“.

Covid, Crisanti chiede vaccini più duraturi

“C’è un prezzo per attivare il sistema immunitario – ha aggiunto Crisanti – Quando abbiamo l’influenza con mal di testa e febbre, è causata dall’attivazione del sistema immunitario. Con il vaccino, ovviamente, l’attivazione del sistema immunitario è molto più blanda rispetto a quanto avviene con l’infezione. Sicuramente stimolare il sistema immunitario ripetutamente non è una cosa buonissima. Penso che la terza dose, accoppiata magari con l’infezione da Omicron, possa dare una protezione prolungata“.

Crisanti: “Con vaccini più duraturi la pandemia finirebbe”

Proprio questa copertura, data dall’alto numero di persone vaccinate e la circolazione massiva di una variante che – al momento – si è dimostrata essere meno aggressiva rispetto alle precedenti, potrebbe portare ad un frenata. “Lunedì – ha detto Crisanti – avremo dati più sicuri per capire se la curva è in discesa o se si tratta di un effetto apparente. Tra 2-3 settimane abbiamo un’opportunità fantastica per cercare di eliminare tutte le restrizioni. La discesa della curva ci dice che la maggior parte della popolazione è immunizzata e resistente al virus. Se qualcuno si infetta, avrà un’infezione leggera”.

Covid, Crisanti e la richiesta di vaccini duraturi

Parole di ottimismo quelle di Crisanti dunque, ma senza mai dimenticare che non è possibile sottovalutate Omicron che, malgrado un più basso livello di contagiosità, ha mietuto molto vittime. “Il numero dei morti – ha ribaditto Crisanti – ci ricorda che questa non è un’influenza. Se la variante Omicron ci avesse colto impreparati, senza vaccini, quello che è successo nella prima e nella seconda ondata sarebbe stato solo un aperitivo. Un vaccino che garantisce una protezione di 4 mesi ci pone in una posizione precaria. Se avessimo un vaccino che dà una protezione di un anno – ha aggiunto – saremmo in una situazione diversa e potremmo immunizzare le popolazioni dei paesi a basso reddito che sono la vera culla delle varianti”.