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L’idea di non prestare cure a chi non è vaccinato contro il Covid-19 sta facendo scalpore nel mondo scientifico, e i medici si schierano: noi salviamo le vite, indipendentemente dalle opinioni che uno ha.
Covid, Galli: “Idea assurda non curare i no-vax”
“L’idea di non curare le persone non vaccinate è assurda“. Così il docente di Malattie infettive all’Università Statale di Milano Massimo Galli ha commentato l’ipotesi, che circola da giorni, di non fornire assistenza medica per i malati di Covid che non sono vaccinati o di farla pagare. “Su questa linea non si curerebbero nemmeno i fumatori cardiopatici o con tumore, neppure gli obesi o i tossicodipendenti -prosegue il professore-. Per favore: io sono un medico e quello che devo fare, nella vita, è curare le persone. Senza se né ma”.
Covid, Galli: “Sistema sanitario deve essere il più possibile universalistico”
La misura estrema per convicere le persone a vaccinarsi era stata ipotizzata dal premier di un Land tedesco, dove le terapie intensive sono al collasso a causa di quella che è stata chiamata la “pandemia dei non vaccinati”. Ma Galli non è per niente d’accordo: “Credo che un sistema sanitario, in un Paese civile e democratico, dovrebbe essere il più possibile universalistico e il più possibile in grado di curare chi ha bisogno di essere curato -commenta-. È un po’ come se in guerra io non volessi curare il nemico perché sta dall’altra parte. Questa è una delle cose più orribili che possano essere concepite. A questa idea non ci sto”.
Covid, Galli: “Italia e Austria due situazioni diverse”
Sulle misure più stringenti apportate in Austria, Galli commenta: “L’Austria ha circa un milione di abitanti in più rispetto alla Lombardia, per le sue dimensioni può permettersi anche misure anti-Covid più analitiche rispetto alle nostre, come l’esame sierologico che è sicuramente una misura avanzata e utile. E ha anche condizioni politiche che gli permettono di applicare il lockdown per i non vaccinati senza se e senza ma. L’Italia avrebbe più problemi per quest’ultima. Ma se la situazione andasse davvero peggiorando, come sta avvenendo in Austria, la decisione potrebbe anche essere ragionevolmente assunta” conclude.