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Covid, varianti e prevenzione: alcune misure per limitare il proliferare del virus

covid profilassi

La pandemia non è ancora finita e il vaccino non è sufficiente: per combattere le varianti Covid sono necessarie misure di prevenzione al contagio.

Nonostante siano passati quasi due anni dallo scoppio della pandemia, il periodo di emergenza sanitaria non è assolutamente concluso, soprattutto se si analizza la questione in ottica globale. 

Covid, varianti e prevenzione: lo scopo dei vaccini

Come ben noto, gli attuali vaccini non sono di tipo “sterilizzante” – non impediscono di infettarsi e di infettare – ma servono a ridurre la carica virale che si sviluppa nel contagiato e la probabilità che insorga una sintomatologia grave.

Proprio per questo motivo, lasciano comunque aperta la strada alla diffusione del virus nella popolazione, se la somministrazione non viene accompagnata da misure di profilassi serie e sistematiche. In particolare, si fa riferimento a quelle di tipo fisico che creano una “barriera” contro la trasmissione virale: igienizzazione, mascherine, distanziamento, etc.

Covid, varianti e prevenzione: l’evolversi del virus

Alla luce di ciò, il vaccino è indubbiamente l’arma più efficace per far fronte al virus, soprattutto se si pensa al suo continuo stravolgimento di natura. Infatti, il Sars-CoV-2 – come tutti gli altri virus – è in continua evoluzione, non resta identico a quello che ha originato la pandemia, e per questo siamo immersi in un quadro pandemico che non è lo stesso dello scorso anno.

Tra le migliaia di varianti genomiche del virus sinora identificate, quelle di potenziale rilievo clinico ed epidemiologico sono classificate come “variante sotto indagine” (Vum), “variante degna di nota” (Voi), “variante preoccupante” (Voc) e “variante ad elevate conseguenze” (Vohc).

Covid, varianti e prevenzione: la variante Delta nel Regno Unito

La variante Delta è stata di forte preoccupazione per diverse settimane, ed ora con la “Delta plus” – può essere il 10-15% più trasmissibile –  il sospetto è che possa diventare la variante prevalente nel Regno Unito. Tuttavia, al momento non vi sono evidenze che possa dare luogo a quadri clinici gravi, nonostante ciò lo stato di preallerta sanitaria in Inghilterra sta crescendo.

Il Regno Unito ha realizzato un piano vaccinale robusto, ma si è dimostrato meno attento alla profilassi fisica, consentendo così al virus di circolare a livelli elevati pur mantenendo contenuti i ricoveri e i decessi legati al Covid.