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Strage di Corinaldo, gli insulti choc alle vittime

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I familiari dei ragazzi rimasti uccisi nella strage di Corinaldo devono ora affrontare un secondo dolore: sui social gravi insulti alle vittime

Non solo hanno dovuto affrontare la perdita di un figlio, di un fratello, o di un amico. I familiari e le persone care alle sei vittime della Lanterna Azzurra sono ora costrette a dover assistere ad uno stillicidio di insulti nei loro confronti. Già nei giorni immediatamente successivi al tragico incidente in discoteca, i profili social dei ragazzi rimasti uccisi al concerto di Sfera Ebbasta sono diventati luogo di un secondo delitto. Una folla anonima quella che li ha uccisi, che calpesta ora nello stesso modo il loro ricordo. E il dolore di chi – quella tragica notte – ha perso qualcuno.

I profili social delle giovani vittime sono infatti diventati luogo di insulto alla loro persona e al loro ricordo. Un insieme di insulti sessisti, bestemmie e brutte parole rivolte ai giovani rimasti uccisi, lanciati verso di loro da altri ragazzi più o meno coetanei. Persone che scrivono di “godere” della loro morte, senza che nemmeno li conoscessero. Altri che decidono invece di cercare di diffondere delle Fake news, scrivendo – sempre sul profilo social di una delle ragazze rimaste uccise – “È viva, lo ha detto la TV”. Costringendo così i familiari alla dolorosa smentita.

Gli insulti sui social

Ma si arriva anche alla presa in giro di chi decide di lasciare un ricordo, un pensiero o un saluto sui profili social delle vittime. “Oh teste di ca..o, non li può leggere i commenti, è morta”, scrive uno.

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Altri invece decidono di utilizzare le foto pubbliche delle vittime per farci meme, o battute offensive. “Quando diventi influencer da morto”, oppure “Ciao raga sono il bianco fantasma formaggino”.

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Umorismo che scade nel puro cattivo gusto, alla ricerca dei like e del post che diventa virale. Oppure nella pura provocazione: “Volevo vedere quanto vi sareste incazzati”, scrive infatti un ragazzo che per giorni ha insultato una delle vittime. Ragazzo che conclude candidamente commentando come “Sia stato bellissimo vedere tutta Ancona sotto i miei commenti”, sembrando completamente incapace di comprendere il dolore a cui ha sottoposto familiari e a amici della vittima con il suo comportamento, in una manifesta incapacità di empatia dai risvolti che appaiono essere quasi patologici.

La denuncia alla Polizia Postale

Una incapacità di comprendere o di interessarsi alle conseguenze delle proprie azioni, tipica dell’era dei social. Azioni che per quanto virtuali, hanno invece comunque dei collegamenti con il mondo reale.I familiari delle vittime hanno infatti già proceduto alla segnalazione di tutti gli account che hanno lasciato messaggi offensivi sui loro profili social: “Abbiamo già segnalato tutti i profili offensivi alla Polizia Postale”, scrive uno dei familiari, annunciando così l’avvio di procedure legali.