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"Violenta la figlia costringendola ad abortire": padre a processo

suicidio a Viterbo

Fissata la prima l'udienza per Muhammad Riaz, il papà della 19enne Azka investita nel maceratese. L'uomo è accusato di omicidio e violenza sessuale.

Azka, 19 anni, è morta il 24 febbraio 2018 investita da un’auto di passaggio a Trodica di Morrovalle, nel Maceratese. La giovane sembra che stesse scappando dal padre Muhammad Riaz, quando è caduta in strada. A sostenerlo era stato anche il gip che aveva convalidato l’arresto dell’uomo. Ad un anno di distanza, il 12 febbraio 2019, si aprirà il processo a carico del muratore pakistano. Il 45enne è accusato di omicidio preterintenzionale, violenza sessuale aggravata e atti sessuali con minorenne e maltrattamenti in famiglia.

La morte di Azka

Prima del mortale incidente, Azka e i suoi tre figli erano stati chiamati proprio per testimoniare contro il padre, accusato di maltrattamenti. Quando l’auto l’ha investita il corpo della 19enne era già riverso a terra, immobile, stando alla testimonianza del 52enne croato alla guida della vettura. “Andavo a circa 50 all’ora, non ho potuto schivarla perché un’altra auto giungeva in senso opposto. Sono riuscito a fermarmi solo dopo diversi metri” ha raccontato agli inquirenti, come riportava il corriere.it.

Il difensore di Muhammad Riaz ha fin da subito contestato l’accusa di omicidio preterintenzionale mossa al suo cliente. Stando alla ricostruzione della Procura, invece, Azka sarebbe scesa di corsa dall’auto per scappare dal padre. L’accusa rimane convinta del fatto che l’uomo, forse quel giorno ma sicuramente in passato, avesse picchiato la figlia.

Tre aborti in tre anni di violenze

In sede di esame autoptico il medico avrebbe trovato contusioni non riconducibili all’investimento, come una lesione mandibolare. L’avvocato di Riaz precisò però che “le tumefazioni riscontrate non sono tali da far supporre che fosse stata ridotta in fin di vita o tramortita prima dell’incidente”.

Nel capo d’imputazione, come riferisce Leggo.it, si legge però che Azka sarebbe stata costretta “ad abortire per tre volte dopo essere rimasta incinta a seguito” delle violenze sessuali commesse dal padre “quasi quotidianamente”. Abusi che in base alle indagini sarebbero andate avanti almeno tre anni, fino al decesso.