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L'anoressia e poi il il tumore: la battaglia di Celeste

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Celeste ha dovuto affrontare l'anoressia e poi il tumore e ha deciso di raccontare la sua storia in un libro: "Il peso delle ali".

“Quando avevo 12 anni, mio cugino di 8 è morto in pochi mesi per un tumore cerebrale maligno. Mia zia paterna, dopo la morte di sua figlia 13enne, si lasciò morire rifiutando ogni cura per la sua malattia. E’ in questo momento di tragedie concentrate che ho scoperto di avere un idrocefalo” ha detto Celeste Belcari, che sta combattendo la sua personale battaglia contro la vita. La giovane vive con la famiglia e lavora in una tabaccheria da quando il suo “problema” l’ha obbligata ad interrompere gli studi in psicologia. La sua storia è stata raccontata da Fanpage.it.

L’anoressia

Celeste ha scoperto di avere un idrocefalo, e da lì la sua vita è cambiata totalmente. “Non mangio più la pasta, il pane, la cioccolata che mi piace da morire deve sparire dal mio mondo. Di giorno in giorno sono state sempre meno le cose che mi concedevo: le quantità e le tipologie di cibo si sono ristrette a vista d’occhio e anche io mi sono ristretta a vista d’occhio” ha detto.

Prima l’anoressia. La madre l’ha portata da una psicologa, quando il sottopeso era diventato insostenibile. Celeste fu ricoverata in una struttura per disturbi alimentari quando era arrivata a pesare solo 36 chili. “Ci sono voluti tanto tempo, tante lacrime e tante energie per capire di avere un problema. Per accettare di farmi aiutare e iniziare ad aiutarmi. Oggi ringrazio di aver accolto le cure e l’amore che mi è stato dato”.

La scoperta del tumore

Nel 2015, grazie ad una risonanza di controllo, Celeste ha scoperto però che la malformazione non era una semplice macchiolina, ma un tumore. La giovane viene quindi sottoposta ad un intervento di rimozione: “Ho passato mesi surreali – ha detto la giovane -. Mi sono sentita sbattuta da un muro all’altro con la violenza che solo la minaccia della morte può avere. Mi hanno dimesso dopo vari ricoveri più o meno lunghi, dicendomi che il pezzettino residuo di tumore avrebbe potuto decidere di ritirarsi, rimanere lì o crescere di nuovo”.

Il percorso di vita di Celeste non è stato semplice: “Ho passato diverse fasi: sono stata travolta dal terrore, ho provato una rabbia incontenibile, mi sono sentita spacciata, condannata e senza speranza. Poi ho iniziato ad accettare ed accettarmi. Ho accolto la paura e la rabbia: le ho capite”. L’ultima risonanza di controllo è stata a dicembre 2018, e Celeste, per la prima volta, si è recata dal neurochirurgo da solo. “Quando sono uscita dalla stanza del medico mi sono sentita al sicuro. Mi ha spiegato quali sono le strade possibili e per ognuna quali sono le risorse a disposizione”.

“Il peso delle ali”

Celeste ha deciso di raccontare la sua storia in un libro. Si tratta di un romanzo autobiografico che racconta di Sara, che poi è Celeste. Ha voluto mostrare la crudezza della sua storia: “Voglio vivere a pieno nei panni di me stessa. Non di altri e non per altri ma per me. Non dimentico il fatto di avere un tumore, ma accetto i miei momenti di paura e di sconforto e mi perdono. Sono viva e voglio vivere“.